At Fillmore East
The Allman Brothers BandQuesto è un 3.5 perché devo dire che l’ho ascoltato divertendomi e sentendomi coinvolto. Non mi ha emozionato particolarmente e a tratti capisco essere progressive ma la tirano un po’ per le lunghe.
Questo è un 3.5 perché devo dire che l’ho ascoltato divertendomi e sentendomi coinvolto. Non mi ha emozionato particolarmente e a tratti capisco essere progressive ma la tirano un po’ per le lunghe.
Straziante, ho aspettato con ansia la fine che è arrivata con una canzone sulla masturbazione che alla fine è quasi tra i brani migliori. Tra le note positive c’è il suono di basso che è talmente brutto che quasi lo apprezzo. Colonna sonora perfetta per una partita di beer pong dopo la finale di football.
Non dovendo valutare l'importanza storica ma puramente la musica questo disco fatica. Mi ha stupito il fatto che alla fine alcune produzioni siano la parte migliore mentre il rapping è veramente acerbo. Manca spesso la cognizione musicale non a caso tra i pezzi migliori c'è bring tha noize dove gli anthrax aiutano a dare una struttura alla loro energia. Al giorno d'oggi è un disco che si fatica molto a riascoltare.
Le parti migliori del disco sono quelle dove si sente l’influenza jamaicana ma comunque mi arriva ancora come acerbo il suono. Apparte karmacoma molti pezzi non hanno un’identità sufficientemente interessante però si sentono alcune trovate che porteranno ai più bei dischi successivi.
Alcuni bei pezzi in cui si sente il blues o arrangiamenti notevoli, alternati da polpettoni anni 70.
Il disco contiene dei pezzi iconici ma anche gli altri sono mediamente coinvolgenti. La musica è semplice ma di effetto.
Apparte Billie Jean e alcune parti di pezzi non riesco a non trovarlo kitsch. La copertina dai colori patinati, che rappresenta un nero sbiancato steso in una posa apparentemente sensuale ma con il vuoto negli occhi, rispecchia pienamente il feeling dell'album. Il disco suona benissimo.
Qua il rischio polpo era dietro l'angolo ed a tratti ce n'erano di polpette però alla fine l'album è stato gradevole. Alla fine del disco ti resta la voglia di risentirlo
Le produzione di RZA sono impressionanti. Penso che se fossi inglese gli darei 5 stelle ma la barriera della lingua non me lo fa apprezzare a pieno.
Stevie wonder groova come pochi e si sentono solo piccoli accenni alle polpette degli anni successivi. A volte si sta sull’orlo dell’esagerazione ma si rimane cool.
Devo dire che non è un capolavoro ma è un album che mi fa divertire e mi ascolto volentieri. Mi piace anche il modo di suonare semplice, sgraziato ma efficace. Sono una ragazzetta hipster.
Con questo disco c'ho sempre avuto un pò di problemi anche se non con il musicista. Alcune cose ad oggi suonano troppo vecchie e come prime sperimentazioni di una strada percorsa successivamente.
L'inizio è veramente pesante ma poi si riprende quando si va su ritmi più veloci partendo da Solar in poi. Il disco lo sento molto monocorde ed è difficile distinguere un pezzo da un altro e devo dire che emotivamente non mi fa nulla. Penso che il Jazz sia stato distrutto da anni di jazzisti.
Questo è un 3.5 perché devo dire che l’ho ascoltato divertendomi e sentendomi coinvolto. Non mi ha emozionato particolarmente e a tratti capisco essere progressive ma la tirano un po’ per le lunghe.
In realtà smells like teen spirit è la traccia con cui connetto di meno, infatti sentendo il disco e partendo con quella ho avuto una strana sensazione. L'album è in crescendo.
Io c'ho provato ed ero anche entusiasta di sentire un disco un pò frizzantello anche trash volendo, ma questo disco è veramente insentibile. Mi ricorda le collane quelle aderenti da ragazza anni 90.
Non ho apprezzato come suona il disco e anche le performance strumentali non mi hanno convito mentre alcune scelte di arrangiamento mi sono piaciute. La voce mi ha impressionato e mi sono piaciuti alcuni testi.
La cosa che mi stupisce è come questo album in alcuni pezzi suoni molto anni 80 e invece è del 76. Precursore della merda! La copertina è talmente trash che me lo fa stare simpatico ma finisce lì.
Non lo so..non è un disco che risentirò se non per ricreare una determinata atmosfera che però potrei ricreare anche con altri dischi. Mi ha intrattenuto però non coinvolto.
Questa musica non è il mio genere e quindi praticamente non conoscevo il disco ma mi sono divertito probabilmente anche perchè mi fa pensare a Jack Black. Non capisco perchè gli ascoltatori del rock si prendono così sul serio, questa musica è una baracconata gigantesca ed è anche il suo unico fascino.
Sentirlo attaccato agli ac/dc all'inizio mi ha fatto continuare con l'esaltazione poi andando avanti mi sono reso conto che c'era qualcosa di diverso. Queste le mie note: "Cazzo breaking the law è veramente una pagliacciata" ; "United ma che è?" ; "Red white blue veramente???" Comunque non avrò mai voglia di risentirlo.
Arrangiamento e produzione non mi hanno impressionato anche se nel complesso il disco l’ho sentito facilmente.
E' un disco che a tratti trovo faticoso da ascoltare però ne rispetto molto la forma e l'espressività. Suona come se fosse stato imbevuto nell'acido. una psichedelia non posticcia.
Disco divertente che però mi è difficile giudicare a fondo. Anche le svise della band sono funzionali e non eccessive.
Questo disco mi ha annoiato. Non mi piace come suona ed a tratti il cantato lo trovo fastidioso. Mi sembra povero di contenuti musicali. Lo stile è conosciuto e mainstream però non mi convince.
Associare strumenti indiani a ritmiche e sonorità elettroniche l'ho sempre trovato infelice e questo disco non mi ha smentito. Copertina e sound sono da cesto dell'autogrill.
Sono combattuto, la sua voce mi piace ed anche il modo di cantare, l'arrangiamento è anni 80 ma mantiene una sua dignità stilistica anche se non mi fa impazzire. Però non credo che riascolterò questo disco così come me lo dimenticherò in fretta.
Ho apprezzato la delicatezza dell'arrangiamento specialmente nell'uso dell'hammond. Non è uno stile con cui connetto particolarmente ma comunque è stata un'esperienza piacevole.
Il flow di notorious è spaventoso e ancora moderno. Trovo che dietro le storie di strada si nasconda una tristezza di notorious resa poi più esplicita nell’ultimo pezzo.
Lo stile di Dylan è molto riconoscibile e questo è un pregio, anche se non sempre mi piace l'interpretazione vocale. Musicalmente lo trovo un pò povero però l'ho ascoltato con piacere.
La copertina prometteva bene e anche l'inizio però ho perso interesse quasi subito. Questo stile vocale non mi è mai piaciuto, l'arrangiamento e la forma dei brani sono troppo confusionari. Alcune buone idee ma non è un disco che riascolterò.
Questo disco è la perfetta colonna sonora di una determinata sottocultura e ti porta subito a rivivere quell'esperienza. Lo stile dei Prodigy è iper riconoscibile e le produzioni, considerati anni e mezzi, sono ammirevoli. Non è un disco perfetto ma l'energia che trasmette è tantissima, proprio per questo lo trovo più importante di Fat of Land che è più evoluto ma anche più mainstream.
Musicalmente ci sono delle parti interessanti e alcuni brani sono divertenti ma altri sono veramente brutti, anche a causa del sound. Per me sarebbe un 2,5 ma do un 3 per la simpatia.
I problemi che ho con questo disco sono come suona, lo trovo mixato malissimo, e che alcune volte prince ha uno stile che proprio non mi piace. Però devo dire che quando prince groova è veramente impressionante.
Musicalmente è un disco che mi piace moltissimo, non connetto completamente con il cantato maschile ma è l’unico problema.
Questo disco erano anni che non lo ascoltavo. E' uno di quei dischi che ha qualcosa di sbagliato e scontato però alla fine a me un pò piace, è un pò come la pizza surgelata. Sarebbe un 3 e mezzo ma viva la vita.
La big band mi piace, questo disco è divertente e gli arrangiamenti sono belli. Lo risentirò.
Un dischetto allegro ma finisce lì. Ho trovato interessante il fatto che tutti i pezzi sono cortissimi. Non gli si può voler male ma manco bene.
Anche se i pezzi sono ben scritti e piacevoli, c'è qualcosa che non mi convince. L'interpretazione vocale non mi piace ed anche quella dei musicisti la trovo un pò sterile.
Questa è musica che invecchia malissimo, ad oggi sembra quella che mettono di sottofondo nei plugin crackati. Gli do 2 perché tornando da una cena dopo una bottiglia di vino alcuni pezzi mi cullavano.
Ho fatto molta fatica a finirlo. Non capisco bene cosa mi vogliono comunicare, tecnicamente ci sono dei virtuosismi ma per quanto mi riguarda finisce lì.
Il brano Autobahn è un polpettone epico e senza motivo, negli altri brani invece ci sono alcune cose interessanti ma sono una piccola parte del disco. Secondo me è un album sopravvalutato.
Questo album suona veramente malissimo, distrutto da compressione e limiting. Non mi fa impazzire lo stile del cantante, anche se i testi son belli, ma in generale molte cose del gruppo mi piacciono. Nel voto finale sono stato influenzato negativamente dal suono.
Quest’album mi ha sorpreso, suona molto moderno e ha un’estetica singolare. L’uso del riverbero mi piace molto.
Un disco logorroico, pieno di soli polpettoni e anche brani inutilmente lunghi. Come se non bastasse arriva mike patton sopra a peggiorare le cose con uno stile spesso terribile. Qua non è in discussione la tecnica dei musicisti ma il gusto.
il povero mylo ha fatto un disco prendendo un pò tutti i trend di quel periodo e ne esce un disco senza personalità e noioso. Questa è la colonna perfetta per un negozio di vestiti a porta di roma.
Un disco che non mi ha entusiasmato ma neanche schifato. L'ho trovato un pò monocorde.
Inizialmente non avevo avuto una buona impressione poi con lo scorrere del disco è andata sempre meglio. C'è qualcosa che non mi convince nel suo stile però in generale è stato un ascolto piacevole che vorrò ripetere.
Questo è un gruppo che mi sta simpatico, è un anni 80 che però non è eccessivamente stucchevole e alcuni pezzi tipo Precious mi coinvolgono però altri brani sono meno convincenti.
Sto disco è un po’ barzotto, non puoi dire che fa schifo ma è comunque poco esaltante, mi piace però l’uso degli strumenti elettronici.
I 35 minuti dell'album sono sembrati lunghissimi, è stato come stare in pub pieno di gente ubriaca che urla e si mena, va riconosciuto però che riescono a comunicare perfettamente loro stessi e questo lo apprezzo sempre. A piccole dosi è un sound e un approccio alla musica che mi piace anche se casinaro, sporco e stonato. Pezzi come Police & Thieves, che è una goffa interpretazione del reggae, mi hanno fatto sorridere.
Il sound molto aperetivesco è tosto da digerire completamente però in parte riconosco la loro tecnica anche visti i tempi e comunque fanno una garage house divertente. Non rispecchiano completamente il mio gusto però non mi sento di punirli per questo.
Non lo conoscevo, inizialmente credevo mi sarebbe piaciuto poi però ho avuto molte difficoltà a sopportarlo, eccessivamente teatrale come ascolto. Il suo modo di cantare è un polpettone letale.
Mi piace lo stile e il modo di Ray Charles però poi trovo la sua musica troppo piaciona e poco divertente. Alcuni brani sono troppo natalizi, lo risentirò tra l'8 dicembre e il 6 gennaio.
La prima volta che ho sentito questo disco anni fa quando vivevo a Londra mi è esplosa la testa e sentirlo anche oggi mi fa lo stesso effetto. Dizzie ha uno stile unico e ha influenzato me e tantissima musica che mi piace, gran disco. Non ho altro da dire.
Questo disco non riesce ad arrivarmi, suona troppo distante nel tempo e monotono. Ho fatto molta fatica a finirlo.
Questo è uno dei dischi più laidi e ammiccanti che io abbia mai sentito e per questo mi è stato anche simpatico. Street Life mi ha divertito ed anche alcuni momenti un pò da sitcom anni 80 però il resto è veramente troppo.
Il suono distorto del disco li rende scoppiati e si sposa benissimo con la loro energia. Per me questo sarebbe un 3.5 però voglio premiarli perchè comunque mi hanno stupito. Sembrano un gruppo punk che fa musica anni 60 e questa cosa mi piace.
Mi piace molto il genere e questo è un bel disco, di quelli che non mi stanco mai di sentire. Arriverei quasi a mettere 5 ma gli manca un qualcosa per farlo arrivare tra i miei top, ma otis è comunque un peso massimo.
E' stato un ascolto impegnativo ma che mi è piaciuto e sono un fan della produzione. Lo stile canoro è al limite per me ma comunque funzionale alla musica. Sicuramente è un disco che riascolterò spesso.
Straziante, ho aspettato con ansia la fine che è arrivata con una canzone sulla masturbazione che alla fine è quasi tra i brani migliori. Tra le note positive c’è il suono di basso che è talmente brutto che quasi lo apprezzo. Colonna sonora perfetta per una partita di beer pong dopo la finale di football.
Non dovendo valutare l'importanza storica ma puramente la musica questo disco fatica. Mi ha stupito il fatto che alla fine alcune produzioni siano la parte migliore mentre il rapping è veramente acerbo. Manca spesso la cognizione musicale non a caso tra i pezzi migliori c'è bring tha noize dove gli anthrax aiutano a dare una struttura alla loro energia. Al giorno d'oggi è un disco che si fatica molto a riascoltare.
Il primo pezzo con questo testo fortemente da maschio anni 50 devo ammettere che mi ha mal disposto e ci sono voluti due ascolti e mezzo per farmela passare. Per il resto è un bel album blues che ha molta energia e i musicisti a supporto mi sono piaciuti molto. E' un disco da 3.5, che stavo per punire con un 3 ma mentre scrivevo ho sentito "Got My mojo working pt2" e metto 4.
Bruce mi sta simpatico mi sembra uno che alla fine fa il musicista come potrebbe fare qualsiasi altra cosa nella vita. Questo disco però è tosto nella sua bruttezza, sia con le scelte di arrangiamento, con questi glockenspiel che entrano ogni 3x2 ed il sax che arriva quando meno te lo aspetti, che nella composizione che è mi è arrivata come molto elementare. "Born to run" alla fine è il miglior pezzo.
Ho un pò un problema con Prince che in questo album si rende evidente, apprezzo moltissime delle sue trovate musicali ma raramente riesco a trovare un pezzo che mi conquista completamente. Spesso trova dei groove che sono veramente impressionanti però poi i suoi pezzi spesso li trovo eccessivi e poco centrati.
Loro sono forti però questo disco non mi conquista completamente, mi piacciono più quando sono neo-soul che puramente hip hop. Lo trovo anche un pò troppo lungo come disco poteva essere concentrato in una tracklist più breve e forse lo avrebbe aiutato a mettersi a fuoco. Detto questo per me sono un 3.5.
A me la voce di Cohen piace e questo disco potrebbe annoiare di più ma non lo fa e alla fine scorre abbastanza tranquillamente. Mi piace come il cantato si appoggia sull'arrangiamento minimale, il risultato l'ho trovato cinematico ma non scontato. 3.5 pieno.
Questo disco va valutato come un live, i pezzi sono ovviamente belli però come performance non mi è arrivata completamente. Avevo aspettative più alte.
Non conoscevo il gruppo e devo dire che mi ha stupito. Alcune scelte stilistiche non rispecchiano pienamente il mio gusto però ho apprezzato molto l'originalità visto anche l'anno. Mi piace il fatto che abbiano messo dentro tutto quello che gli piaceva senza farse troppi problemi nell'attenersi ad un genere. L'uso degli strumenti è spesso sperimentale ed il risultato è affascinante e psichedelico.
Questo è forse il tipico disco da 3, uno di quelli che non ti schifano però poi te lo scordi dopo poco. Quindi per questo dopo oltre 50 dischi gli do 2, sarebbe un 2.5 ma non sento di premiarli.
Il suo stile è talmente brutto che a tratti lo trovo affascinante. Comunque sarebbe un bel disco da 1 ma l’ultimo pezzo in cui dice che vuole uccidere la thatcher gli fa guadagnare un punto. Bengali è veramente una canzone assurda. No mentre scrivevo sono ripartiti alcuni pezzi, il voto è 1.
Mi trovo in difficoltà, inizialmente l'impressione è stata buona e lo stile mi è piaciuto, poi però mi è un pò pesata l'idea di ascoltare un disco tutto così acustico e praticamente usando solo chitarra e voce, infatti alla fine ho faticato. Apprezzo le sue doti sia di scrittura che canore ma manca un pò di sostanza per fare il salto. Lo considero comunque un 3.5 tendete al 3.
Essendo una musica distante culturalmente e nel tempo è difficile dare un giudizio critico ma mi sono divertito. Su Hong Kong Mambo c'è un solo di marimba che mi ha fatto ridere/esaltare. Forse lo riascolterò quando vorrò sorseggiare una pina colada in estate. Per me è un 3.5 tendente al 3.
Il 3 che do a questo disco non significa mediocrità perché l’ho trovato tutt’altro che comune e noioso però non posso allo stesso tempo dire che mi sia piaciuto. Ci sono molte idee musicali e di produzione interessanti che però spesso sono arrangiate in maniera disordinata. I testi mi sono sembrati non banali però interpretati non al meglio nello stile. Sono curioso di sentire altri dischi.
Ad oggi questo disco suona un pò come un ottimo gruppo da pub, ovviamente a 50 anni di distanza l'effetto non può essere lo stesso di quando è uscito e pochi pezzi stupiscono e sorprendono. Generalmente è anche divertente ma per me è un 3 abbastanza scarso.
La ricetta Coldplay è sentita e risentita quindi le orecchie sono talmente sature che è impossibile stupirsi per le loro canzoni più famose, però il problema che ha questo disco è che tutte le altre canzoni meno famose sembrano seguire una formula simile. Anche i pezzi più intimi sfociano praticamente sempre nel ritornello con muro di suono facendo risultare l'album noioso. Questo disco è un 2.5 che però mi sento di punire perché avevo aspettative più alte essendo disposto a mettere in discussione i miei preconcetti.
Secondo me le freak è un pezzo un pò pacchiano, scontato e tutto il resto ma alla fine quando lo senti non puoi non esaltarti. Però il resto del disco l'ho trovato brutto, spesso con pezzi troppo lunghi per un ascolto casuale e con un sound patinato. Insomma si regge un pò troppo sul singolo questo disco, anche se molti pezzi penso abbiano avuto un'influenza grossa anche sulla disco degli anni moderni.
Come molti dischi del genere passo da momenti di esaltazione a temere che spunti da un momento all'altro qualche folletto o gnomo da dietro le casse. Mi piace Ian Anderson come strumentista ma non come cantante.
Io qua vado di impulso ma alla fine a me sto disco mi ha stupito positivamente. Suona a modo suo punk e alcuni pezzi come David Watts me li risentirò spesso. È un 3 molto abbondate che mi sento di premiare con il 4.
Le produzioni e composizioni di questo album mi sono piaciute, e trovo anche interessante spesso come la band sta sul tempo un po’ claudicante ma comunque musicale. Un po’ mal sopporto il modo del cantante di stonare che mi sembra forzato a voler fare un po’ il fenomeno. Questo è un 3,5 pieno, ma gli do un tocco di meno perché troppo hipster.
Conoscevo il gruppo solo di nome e questo disco mi ha sorpreso in positivo. Il sound ha una sua originalità nonostante le similitudini con alcuni gruppi degli anni 2000, molto saturo però senza essere eccessivo. Lo risentirò.
quello che mi viene da dire è: perchè? mi sembra tutto forzatamente eccessivo ma senza che se ne sentisse il bisogno. Anche gli arrangiamenti che sono sicuramente complessi ma perchè? quale funzione svolgono? a supporto di cosa? Non sono un amante dell'opera e forse non sono il target per questa versione patinata di essa però aspettavo con ansia la fine del disco. A the prophet song dopo 8 minuti di vocalizzi volevo morire.
Questo disco non doveva stare in questa lista, i daft punk sono ancora alle origini qui e stanno solo gettando le basi per quello che è il sound che creeranno dopo. Se si voleva mettere un album di dance music si poteva mettere quello di uno dei musicisti che citano nella traccia teachers. Il disco è molto pensato per un certo contesto con pezzi che sono delle belle maranzate però un po’ mi dispiace punirli perché non è musica esclusivamente da ascolto. Per me il voto è 2.5 e comunque around the world è sempre fico.
A me questo disco è piaciuto ha qualcosa di imperfetto e quasi non professionale che però non influenza negativamente il risultato, anzi lo rende più interessante. L'ho trovato coinvolgente e divertente e mi piace il fatto che spesso si sentono referenze molto differenti all'interno dei brani.
ok....sono stato un pò influenzato dalla notizia che mi ha dato Daniele...però adesso non riesco a non sentirlo come un coglione. Escludendo il pezzo in cui ammette di picchiare le donne ma il resto mi sembra comunque banale. Se canta "How can I feel something if I just don't know how to feel?" sembrano parole buttate lì tanto per fare il fenomeno e tutto il disco mi arriva un pò così. Un manifesto dell'essere boomer. Anche la produzione in realtà non è che mi abbia proprio entusiasmato. Voto = 2.5.
Questo disco mi ha stupito. E' difficile per me dargli un voto perché dopo l'ascolto lo rispetto a livello artistico ma non so se lo risentirei spesso poiché lo trovo distante dalla "mia" musica. Kate bush vocalmente mi ha coinvolto è in grado di essere eccessiva ma senza però stufare ed anche tutta la baracca anni 80 non mi ha infastidito. E' un 3.8 come voto.
Non è che sia proprio esaltante sto disco a grandi tratti è un discreto polpettone. Per me è un 2.5, gli darei in questa scala un 3 giusto perchè uno dei pezzi si chiama Cecilia, ma poi ora risentendolo al volo mi sono reso conto che alla fine gli unici pezzi che risentirei sono Baby driver e Cecilia quindi 2. Il biondo c'ha veramente 'na faccia di merda.
Le parti migliori del disco sono quelle dove si sente l’influenza jamaicana ma comunque mi arriva ancora come acerbo il suono. Apparte karmacoma molti pezzi non hanno un’identità sufficientemente interessante però si sentono alcune trovate che porteranno ai più bei dischi successivi.
Che coglioni, qualche riff interessante ma fare 1 ora e mezza di questa musica è una violenza indecente. Inoltre completamente monocorde alle mie orecchie, ma ce n'era veramente bisogno di fare tutti questi pezzi? Veramente devastante, dovrei mettere 2 per incapacità di giudicare pienamente ma comunque sono pieno di rabbia dopo tutto questo tempo perso.
Ho ascoltato questo disco con poca attenzione e non mi è piaciuto, ho sentito anche tratti di quel rock adolescenziale che tanto mi fa schifo. Detto questo il disco non mi ha completamente infastidito quindi non si merita l'1.
Il disco è stato un piacevole sottofondo per circa mezz'ora, giusta dose poiché oltre sarebbe stato pesante. La voce di Willie mi è piaciuta e il semplice arrangiamento country l'ho trovato gradevole. Il disco mi da quella rilassatezza che si prova quando si ascolta una vecchia storia.
Non è un album che risentirei, non perché sia brutto, ma non è scattata la scintilla tra me e Jack Eliott. E' un album molto vecchio, 1958, che quindi è anche difficilmente valutabile secondo gli standard attuali però nessuna canzone mi è rimasta nel cuore. Un country folk da 2.5.
Questo album non era quello che mi aspettavo. Sono riuscito ad ascoltarlo una sola volta e mi ha lasciato l'esigenza di sentirlo ancora. L'impressione è positiva, l'utilizzo di strumenti elettronici ricorda per certi versi anche i Kraftwerk e lo stile canoro, in linea al trend degli anni 80, nonostante tutto mi piace e non risulta eccessivo. Il voto per me è 3.5 ma che premio con qualcosa in più.
Io sono un soul man e Curtis è un pilastro del genere però a volte in questo disco lo trovo troppo poco supportato dagli arrangiamenti tipici del genere, che lo rendono moderno ma allo tempo stesso i pezzi non mi emozionano come dovrebbero. Questo diviene evidente in un pezzo come Hard Times che è bello però non ha lo stesso impatto della versione di Baby Huey. Mi sembra veramente un coito interrotto a tratti. Voto 3.5 ma con punizione.
A me questo disco ha sorpreso ed è piaciuto. Lo stile di Dusty mi piace e sento molto soul nella sua voce anche se non necessariamente nelle melodie. Si sentono gli anni 60 ma in maniera estremamente positiva e non stucchevole.
Dischetto un pò così, forse non era la giornata giusta per l'hip hop però non mi è rimasto molto di questo disco.
Le produzioni di questo disco mi affascinano perché trovo a suo modo punk, con l'orecchio di oggi, l'approccio di usare strumenti elettronici come drum machines e synth con i loro suoni di base dove tutto suona come se fosse un dei primi preset. Devo dire che Sweet Dreams secondo me è un pezzone che ogni volta che lo sento mi fa esaltare e quasi gli darei 4 solo per quello, però il resto del disco anche se non mi dispiace non mi rimane impresso quindi per me è un 3.5 che finisce sul 3.
Dopo i primi 2 minuti il senso di morte e dolore era forte e volevo che la fine arrivasse il prima possibile. Poi forse perché c'ho fatto l'orecchio o perché lavorando non ho prestato troppa attenzione sono arrivato in fondo abbastanza velocemente. Innanzitutto bisogna dire che il sound anni 90 era veramente terribile, in questo disco a tratti ho sentito alcune soluzioni di arrangiamento e produzioni interessanti però a servizio di un prodotto discutibile. Questo è un disco da 1.5 però alla fine gli do 1 più che 2 perchè risentendolo mentre scrivo sto pensando "oh cristo".
Questo disco ha dei problemi, non si capisce bene quale fosse l’idea di Paul Simon, molti pezzi richiamano sonorità africane mentre verso la fine del disco si va verso una sonorità country vecchio stile mentre il primo pezzo è una specie di folk ritmato. La copertina invece ha un cavaliere in una raffigurazione medievale non si capisce bene il perché. Non credo ci sia un problema nel tentare di contaminare la propria musica ma come viene fatto in questo disco non mi convince affatto. Sembra come se Simon abbia preso delle cose che non gli appartengono culturalmente senza capirle realmente e si ha l’idea che i musicisti, che sembrano di qualità, vengano danneggiati da questa mancanza di scambio. Musicalmente penso che uno dei problemi maggiori sia sulla ritmica perché i pezzi sono scritti imponendo una visione occidentale di essa e questo finisce per appiattire molte delle performance degli ospiti.
Quanta fatica ho fatto per finire questo disco, il sound ottantone era proprio quello di cui non avevo bisogno. Ad esclusione di qualche piccolo riff sparso non ho trovato niente e mi è arrivato come troppo semplice e brutto come disco. C'è gente meglio che ha preso 2 quindi se becca un bell'uno.
Molto difficile da valutare perché non si capisce bene se siamo davanti a un'opera con profondità o no, a tratti sembra come se musicalmente non ci sia molta sostanza però in altri momenti ho la sensazione opposta. La sua voce è un pò la gioia e la condanna di questo disco perché accentra l'attenzione, il tono è efficace e complesso, ma di conseguenza confonde enormemente l'ascolto che fa fatica a concentrarsi sulla parte musicale che sembra nascondere cose interessanti. Alla lunga la teatralità mi stanca però mi l'espressività del disco non mi sembra finta.
Si inizia molto male, i primi pezzi non mi arrivano in alcun modo e anche musicalmente non capisco bene l'idea di Jay Z e mi ha fatto pensare "me lo ricordavo meglio", poi dopo aver superato un dei peggiori pezzi (girls girls) il disco è andato a migliorare e ho trovato pezzi un pò più solidi e che mi arrivavano di più con alcuni bei campiono soul. Comunque è un 3 molto scarso.
Ho ascoltato questo disco due volte e mi ha lasciato entrambe le volte un'ottima impressione. Ho apprezzato l'uso del linguaggio jazz e del vibrafono che rendono questo disco quasi sospeso e psichedelico.
Questo disco a me all'epoca era piaciuto e anche se non é invecchiato benissimo risveglia in me quell'anima hipster croccantella. 3.5 sul 4