Loro è un gruppo che ho sempre odiato. Anche negli anni a venire quando la vecchiaia ti fa rivalutare in tuoi gusti musicali adolescenziali, la mia opinione su di loro è rimasta sempre la stessa. Ora che sono stato obbligato ad ascoltare quest'album mi rode pure il culo. Penso che la voce di Billie Joe Armstrong sia fastidiosa (anche se i questo senso quella di Liam Gallagher è irraggiungibile). In generale mi sembrano tipo canzonette.

Con "Carry on" quest'album parte col botto. Subito dopo però perde un po' di carica con un pezzo troppo country e due ballate che un po' mi annoiano (però ci stanno dai). Poi riparte co "Woodstock" che ha uno di quei riffetti sfiziosi e porta avanti una serie di pezzi interessanti tipo "Deja Vu" il cui inizio mi ricorda quelle parti recitate sulle tabla indiane. Nel complesso quest'album mi è piaciuto tanto. Unici due nei sono quelli di non condividere come si evolvono alcune canzoni (es. Carry on, io l'avrei lasciata totalmente acustica) e di trovare alcune ballads poco interessanti. Mi trovo in bilico perché sento che 4 sia troppo e 3 troppo poco: darei 3.75 se potessi.

Ero convinto che Iggy Pop mi stesse sulle palle, invece devo dire che quest'album mi è piaciuto. Ho apprezzato sia come canta lui, sia come suonano i pezzi. Alla fine sono abbastanza lineari, ma funzionano bene. È un 3.5 che mi sento di promuovere a 4 perché non pensavo che mi sarebbe piaciuto.

Dopo aver odiato gran parte degli artisti anni '80 che abbiamo ascoltato, è arrivato il momento di affrontare il re del pop, personaggio di spicco di quegli anni. A primo impatto devo dire che quest'album rientra tra quelli di quel periodo che mi hanno colpito positivamente. Nonostante le scelte stilistiche anni '80 e il fatto che praticamente metà album lo conosco, mi è piaciuto molto. Soffre un po' di una post-produzione piatta (se così si dice) e "gli manca la pezza". Comunque per me rimane un bell'album pop. Sono tentato di dargli 4 ma non ce la faccio!

Con John Cale è stato subito amore (cuoricino su spotify per Child's Christmas in Wales). Mi ha trasmesso naturalezza e semplicità ma a tratti anche nostalgia (de che? boh!). Ha i suoi momenti geniali sia come testi sia come musica. Machbeth ha un po' interrotto la magia e ci sono rimasto un po' male, ma John Cale è tipo un di quelle persone che ti piacciono a prescindere. Non arriverebbe a 4 (3.75), ma mi ha fatto sentire meglio. Glielo devo. 4

Ho ascoltato quest'album a più riprese, ho letto qualche testo random e sorprendentemente "Shame on a nigga who try to run game on a nigga who buck wild with the trigger!" non mi si toglie dalla testa! Forse perché durante l'ascolto delle prime tracce sono stato più attento o forse perché effettivamente funziona bene. L'ho aggiunta tra i preferiti su Spotify per le occasioni speciali.. Ma le altre le ho già tutte rimosse. Conclusione: Notorious rimane quello che mi è piaciuto di meno. Voto: 2

Nonostante la durata di quest'album vada oltre i miei standard, l'ho ascoltato almeno tre volte prima di decidermi. Non so che dire regà, è tipo curato a livelli maniacali! L'ultima volta, l'ho ascoltato con le cuffie e sono rimasto colpito ancora di più dai dettagli che mi ero perso. Ogni cosa si incastra alla perfezione. A livello compositivo lui è un genio. Quindi concludo dicendo che il mio voto nasce proprio da tutti quei dettagli che caratterizzano la sua musica e dal fatto che riconosco una certa visione nel suo modo di scrivere che a me è quasi aliena.

A un certo punto l'ascolto di quest'album è stato come una punizione e ho sperato che finisse presto, ma non stavo nemmeno a metà: linee vocali immature e basi ripetitive. Mi sono reso conto di conoscere Waterfall che alla fine è un pezzo carino, e un certo punto dopo Waterfall sono uscite altre canzoni costruite un po' meglio tipo Let's do it again, Switch e Sumthin’ Wicked This Way Comes. Ero convinto di dare 1 ma le ho promosse a 2 perché alla fine alcuni pezzi sono stati anche meglio di quello che mi aspettavo. La prima metà dell'album la eliminerei comunque.

CONTESTO: 1976, Florida. - 1976: Nelle hit parade americane di quell'anno se la spadroneggiano gli Wings (Paul McCartney e la moglie), Elton John, Johnny Taylor (non so chi sia), gli Eagles e Stevie Wonder. In quelle italiane spiccano Lucio Battisti, Bruno Lauzi e Riccardo Cocciante, ma anche Ricchi e Poveri, Abba e Pink Floyd. - Florida: penso subito a Miami, ai "macchinoni", a Tony Montana, alla cocaina, alla pena di morte (che secondo wikipedia, viene ripristinata proprio in questo stato proprio nel 1976). *Edited* Comunque Tom Petty e gli Heartbreakers sono di Gainesville, città nel centro della Florida, quindi forse un contesto diverso dall'idea che mi ero fatto. COPERTINA ALBUM: Sfondo nero. Nuvola luminescente sfocata che potrebbe rappresentare il fumo di un'esplosione, una montagna di cocaina fotografata dall'alto (lui è morto di overdose nel 2017) oppure l'uscita della grotta nella quale si è fotografato. Lui prova a fare il figo con una cartucciera a tracollo, chiodo ed espressione assonnata e strafottente. Infine, c'è una chitarra che trapassa un cuore tipo "freccia di cupido", perché loro sono gli "Spaccacuori". SONORITÀ: Southern/Rock/Blues da sogno americano. Mi ricorda quei film anni '80/90 in cui i protagonisti fuggono da qualcosa e durante il viaggio in autostrada sulla Cadillac, c'è il momento il cui si dimenticano di tutto, mettono una cassetta e si fomentano, cantando a squarcia gola. Comunque nessuna traccia mi ha colpito particolarmente, se non la prima quando a 01.00 sembra che dica "eh ma che stai a di!". GIUDIZIO FINALE: 3 Sebbene non penso che lo ascolterò di nuovo (a meno che non stia scappando da qualcuno in una Cadillac su un'autostrada americana), non mi sento di dare un voto troppo basso. Alla fine è un genere che a me non coinvolge, ma non per questo meno valido. Infine, penso che questo sound abbia influenzato molte band più moderne che ho ascoltato ed apprezzato da adolescente, quindi: "grazie Tom!"

Sound e voce inconfondibili, i Creedence Clearwater Revival hanno da tempo un posto nel mio cuore e nelle mie playlist, quindi sarò di parte. Conoscevo alcuni pezzi di quest'album. Tutto sommato è stato un grande piacere ascoltarlo e riascoltarlo. L'unica traccia che ho skippato al secondo ascolto è stata Graveyard Train... Prolissa. Per questo non mi sento di dare un 5, ma un 4 (se potessi darei 4,5). Però a sto punto Tom Petty va a 2 perché non riesco a pensare i CCR solo di un punto sopra al biondino con il chiodo (peccato che non posso cambiare il voto, comunque scende ufficialmente a 2). Credo che i Creedence abbiano definitivamente influenzato i Nirvana: In Born on the Bayou sento vagamente Serve the servants dei Nirvana. L'apertura di Proud Mary, ancora, mi ricorda i Nirvana.

Che gli AC/DC abbiano un sound unico e riconoscibile, è vero, ma in parte perché usano sempre la stessa formula. Infatti a un certo punto si accollano. Ciò nonostante, sono molto legato a questo album per diversi motivi e a distanza di 20 anni dal primo ascolto (su vinile), ricordo ancora il fomento nel sentire la campana di Hells Bells che va in levare quando attacca la chitarra (tanto che ascoltavo in loop solo l'intro). All'epoca, per me queste erano chicche. Ma a dirla tutta, oggi ho dovuto skippare diverse tracce perché non ce la facevo più (anche perché già lo conoscevo). P.S. I testi sono stupendi! Di getto darei un 2, ma aggiungo un +1 per il potere evocativo dell'intro di Hells Bells.

Io per i Judas Priest non ho mai avuto una grande affinità. Ho provato ad essere obiettivo, cercando di capire il loro valore di pionieri dell'heavy metal, ma proprio zero. Voto: 2 perché non mi fanno schifo schifo.

Figure 8 lo conoscevo già, ma non l'avevo mai approfondito. Però questo ascolto me l'ha fatto riscoprire. Quindi il mio giudizio è positivo. Elliott Smith rimane un autore particolare e sensibile, il suo più che un genere musicale è uno stato d'animo, e onestamente ho come i sensi di colpa a dargli un voto. Unico neo: lui ha questa caratteristica di scrivere minimo 15 pezzi per album e penso che per valutarli bene sarebbe utile avere più tempo per ascoltarli, leggere e capire i testi. In questo caso, 16 tracce, anche dopo averle ascoltate un paio di volte non le ricordo tutte. Alcune però mi hanno colpito, in particolare "Everything means nothing to me" perché durante la mia esperienza di infermiere in terapia intensiva durante la pandemia mi sono sentito spesso così.

Altri tempi! Devo dire che rispetto ad altri album del '68 questo sembra prodotto davvero a cazzo di cane. Canzoni tagliate di botto, batterie in controfase, fade out improbabili. Però ecco, questo, secondo me, è anche un suo punto di forza e l'espressione di una personalità unica. Forse perché a lui la qualità j'aveva già rotto il cazzo. Anche se non sono un suo fan, sono comunque affascinato dal suo modo di suonare e per me rimane un bel album. Certo, 16 tracce e una Voodoo Chile che non si sviluppa e non finisce mai, per me rimangono scelte discutibili.

Minchia, conosco più canzoni di Louis Prima di quanto immaginassi. Ancora una volta mi trovo in difficoltà per via del contesto storico tanto distante dal nostro. Tutto sommato l'ho trovato divertente anche se un po' ridondante, ma erano altri tempi, magari si cercava di intrattenere, far ballare invece di coinvolgere emotivamente. Mi affido alla Modified Tom Petty Scale, secondo la quale, se a lui ho dato 2 non posso darlo a chi mi abbia coinvolto un briciolo in più. Voto: 3

Il mio vero problema con gli Oasis è che non tollero la voce nasale/roca di Liam Gallagher. Nonostante pensi che come gruppo siano musicalmente ok, lui proprio mi irrita. Diversamente, il fratello Noel, ha una voce che apprezzo, infatti canzoni tipo "Don't look back in anger", "The master plan" oppure "The importance of being idle" mi piacciono di più. Siccome in quest'album canta solo Liam (mi pare), il mio giudizio è negativo. Non lo reggo proprio. Voto 2

"Bella l'hindi, bella l'elettronica, bello il tabla! Bello, bello, bello tutto! Bravo, grazie! Adesso te ne poi pure annà!" Semi-cit. Io e Talvin non abbiamo legato. Non c'è stata alchimia. Al primo ascolto mi son detto: "E mo che voto gli do?" Ho provato un secondo ascolto per capirlo meglio, ma ho lasciato perdere. Voto: 2 perché non mi ha fatto schifo/vomitare

Ho percepito Suzanne Vega come un'artista dall'anima profonda e poeta. I suoi testi rispecchino una femminilità di altri tempi, romantica, innamorata e depressa. Ma.. (perché c'è sempre un "ma") .. Nonostante i soli 35 minuti, non sono riuscito a concederle un secondo ascolto a causa di un'eccessiva logorrea. Nonostante inizialmente i testi mi abbiano colpito, entro la fine dell'album volevo tagliarmi le vene. Il mio giudizio sì riassumerebbe in: "per carità è brava, però du palle!" Voto: 3

Ho avuto difficoltà ad ascoltare l'album per intero. Conosco e apprezzo Don McLean, ma il mio problema con questi album, come con quello di Suzanne Vega, è quello di mantenere l'attenzione alta dall'inizio fino alla fine senza quel desiderio di tagliarmi le palle. Le tracce prese singolarmente mi piacciono, però ecco ne ascolterei una random, ogni tanto. Tutte insieme mi fanno questo effetto.

Proprio no. Mi sono fermato alla terza traccia.

Bob Dylan è uno di quegli artisti, pionieri super affermati e pluripremiati che non ho mai considerato molto, forse perché essendo spesso preceduti dalla loro fama o associandoli a persone sbagliate parto sempre un po' prevenuto. Questa è la prima volta che ascolto un suo album per intero e obiettivamente devo dire che non mi è dispiaciuto.

Non conoscevo gli Arrested Development e, pure essendo lontani dai miei gusti, ne sono rimasto piacevolmente colpito. Essendo ignorante in materia direi che preferisco sicuramente questo al "Gangsta-Mafia-Pompini-Rap" dell'altro giorno, ma forse confrontarli è sbagliato come associare un un filippino a un cinese: per un ignorante sono tutti uguali (che poi , per i filippini, noi occidentali siamo tutti americani! ..Chi è l'ignorante ora???! Vabbe' ma questo è un altro discorso). Concludo dicendo ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la profondità di alcuni testi e il titolo dell'album. Bravi! Voto: 3

Probabilmente 20 anni fa gli avrei dato un punteggio più alto ma considerando che l'ho ascoltato un po' di corsa perché già lo conoscevo e che preferisco altri album dei The Prodigy, si becca la sufficienza. Voto 3

Anche se ci sono alcune eccezioni, nutro di base una certa repulsione verso quel sound new wave e i synth a trombetta degli anni '80. Non lo so, mi sembra tutto finto. L'ascolto è stato difficile. Ho dovuto suddividere l'ascolto in più sessioni. Mi sono anche innervosito quando a San Jose il basso era tutto pannato a sinistra. Per loro sarà stata una cosa geniale. Comunque voto 1, avranno sfornato anche dei successi, ma per me non hanno un'identità.

Prince = artista, polistrumentista e compositore ma anche studioso e ricercatore. In questo album mi piace la sua cura nei dettagli: quel determinato riff o quel suono di chitarra, il fatto che Nikki si stesse masturbando su dei magazine (tra l'altro ho letto che l'etichetta Parental Explicit è stata introdotta per la prima volta grazie a questa canzone). C'è una componente anni '80 anche in questo caso, ma mi pesa molto di meno. "Genio!" (Letto con la voce di Boris) Voto: 4

Non ho mai sentito un album dei Sonic Youth per intero, questa era la prima volta. Non mi sono dispiaciuti, ma è come se le mie orecchie siano un po' sature quando si tratta di queste cose. Forse sto invecchiando e sono stanco. Il sound è comunque molto familiare perché indubbiamente hanno influenzato molti gruppi negli anni a venire. Molti dei quali tra i miei preferiti. Li ho trovati molto più sperimentali di quello che mi aspettavo conoscendo solamente le greatest hits. Voto: 3

Mi ricordano quei gruppi ospiti nelle trasmissioni in prima serata italiane. Sento la voce di Milly Carlucci che li presenta dicendo "il loro sound unisce l'elettronica e Tango! Pensate che sono primi in tutte le classifiche mondiali!" Dopodiché, partono loro con la musica e il balletto. Comunque qualcosina mi è piaciuta, ma nel complesso mi hanno annoiato. Neanche la produzione mi ha convinto molto.

Parto dal dire che pur conoscendo qualcosa ho poca familiarità con questo genere e che ho paura di sminuire il duro lavoro e studio che c'è dietro quest'album di altri tempi. La performance è impeccabile. Sarà tutto registrato live da professionisti. Non lo so, vado con un 4, perché in questo caso mi sembra giusto.

Dodici tracce per un totale di 25 minuti cotti e mangiati di rock and roll: un'esperienza che personalmente ho trovato davvero divertente. Buddy caro, pace all'anima tua, il mio 4 è come una laurea honoris causa. P.S.: Mi sarebbe piaciuto ballare "Last Night" alla festa di fine anno, con la più figa del college.

Li ho trovati interessanti e molto bravi tecnicamente, puliti. Night by night l'ho anche aggiunta ai miei pezzi preferiti su Spotify perché adoro riff e soli di chitarra. Ho trovato molto interessanti anche altri pezzi, ma nel complesso direi che quest'album è discreto. Darei un 3.5 ma non 4.

Ho ascoltato le 11 tracce presenti nella release originale. Perché poi nelle successive sono state aggiunte altre tracce e b-sides per un totale di due ore d'ascolto (album su Spotify), e io vi voglio bene ma.. no. Comunque è stato un bel tuffo negli anni '90, ho pensato alle sale giochi, a Mortal Kombat e alle macchine a scontro. Musicalmente non lo so. Non capisco, ci sono anche idee carine e moderne, ma la maggior parte delle volte vengono offuscate da questo sound anni '90.. per carità quello è il periodo suo. Concludendo, non mi ha fatto schifo ma non penso che lo riascolterò.

Sarò breve. Per chi come me, è nato negli anni '80, è cresciuto musicalmente con i Metallica ed ha desiderato di suonare in un gruppo anche grazie a loro, quest'album è quello in cui "wow!" ci sono i tempi dispari, c'è il tapping di One, c'è la doppia cassa di Blackened. Perché i Metallica sono un gruppo di iniziazione, ti avvicinano ad un certo tipo di musica e di stile. Poi si va avanti, si cresce e si scopre che Lars Ulrich è una pippa immane, che i soli di Hammett non sono un granché e che, ancora più grave, per colpa di un capriccio del batterista, in quest'album non si sente il basso di Jason Newsted. Per questo qualche anno fa è uscita la petizione "And justice for Jason" e su YouTube si trovano diverse versioni dell'album con il basso enfatizzato: un'altra storia. Quindi per quanto ora io sia cresciuto, per me questo rimane un album importante. Ovviamente i testi ora mi fanno ridere. Ma Blackened e Dyers Eve mi fomentano ancora tanto. Non do un 5 emotivo perché non riesco a passare sopra alla storia del basso. Quindi 4.. Come i Four Horsemen.

A me i Kraftwerk mi sono sempre piaciuti. Conoscevo già Autobahn e lo trovo geniale. Non si tratta di un ascolto semplice e magari non tutti lo apprezzerebbero, ma a me questa atmosfera elettronica di altri tempi mi ipnotizza.

Quanti ricordi! Estate 1999, avevo 15 anni. Ero rimasto talmente colpito dai soli di Frusciante nel videoclip di Scar Tissue che davano su MTv, che comprai quest'album a 5 mila lire dal marocchino al mercato, una copia pirata ovviamente. Secondo me Californication funziona. È bilanciato e variegato. Ci sono alcune tracce che passano in sordina ma non per questo meno valide. Darei un 5 emotivo, ma il mio album preferito rimane One Hot Minute, che forse è l'album che suona meno RHCP degli altri (purtroppo non è in lista).

Non conoscevo. Nonostante la maledizione "sound degli anni '80" li ho trovati interessanti e molto più di nicchia rispetto al panorama musicale di quel periodo. Unica nota negativa la voce, che a un certo punto diventa insopportabile. Tutto sommato mi sento di premiarli per l'originalità. Voto 3

Forse sono saturo di sta roba. Ma sinceramente, sono rimasto un po' deluso da come suona quest'album. Confermo che Mike Patton per me rimane un grande performer. Ma la cosa che mi ha infastidito di più è come hanno gestito la spazialità, con le chitarre ed eventuali cori/effetti super pannati e tutto il resto piatto e mono. Anche i pezzi in se sono ancora un po' immaturi. Gli album successivi sono nettamente superiori.

L'elettronica di Mylo mi è sembrata di quelle accessibili a tutti, ballabili. Non mi è dispiaciuto, ma ho come l'impressione che questo album non dovrebbe far parte di questa lista.

Pros: Anche se a tratti sento quelle sfumature fine anni '70, quest'album potrebbe quasi essere spacciato per uno indie-rock moderno. Tecnicamente suonato molto bene. La produzione originale non è nemmeno niente male. Cons: Faccio fatica ad assorbire le canzoni, come se non mi entrassero in testa. Trovo l'album un po' ripetitivo e ho l'impressione che a volte abbia messo troppa carne al fuoco. E poi, scusa Elvis Costello, a un certo punto la tua voce mi ha scocciato. Conclusione: sono combattuto. Non so se premiare per la lungimiranza, l'evidente duro lavoro e l'intuito indie-rock o penalizzare per il fatto che questi 39 minuti sono sembrati 2 ore. Voto con un 3 di cui non sono sicuro.

VOTI "Big Exit" 3 "Good Fortune" 1 "A Place Called Home" 3 "One Line" 3 "Beautiful Feeling" 3.5 "The Whores Hustle and.." 3 "This Mess We're In" 4 "You Said Something" 2 "Kamikaze" 4 "This Is Love" 3 "Horses in My Dreams" 3.5 "We Float" 2 AVG: 2.9 Pros: Thom Yorke e alcuni arrangiamenti mi sono piaciuti di più delle linee vocali, tipo "Kamikaze" oppure "Horses in my Dreams". Cons: Secondo me PJ Harvey ha un estensione vocale che non è adatta alle linee vocali che scrive. Per esempio in "Kamikaze" canta in falsetto e secondo me ci vorrebbe qualcosa di più potente. Mi è capitato di avere la stessa sensazione con altri pezzi della Harvey, tipo "Hardly wait" reinterpretata da Juliette Lewis secondo me rende di più. Conclusione: forse meriterebbe più un 2.5, ma considerando la media matematica e aggiungendo il bonus Thom Yorke arriva a 3.

Spero di non essere stato l'unico. Ma a parte la prima traccia, che mi era quasi piaciuta, ma poi anche no, il resto m'ha proprio fatto schifo.

VOTI I Am Trying to Break Your Heart – 3.5 Kamera – 4 Radio Cure – 4 War on War – 3 Jesus, Etc. – 5 Ashes of American Flags – 3 Heavy Metal Drummer – 2.5 I'm the Man Who Loves You – 3 Pot Kettle Black – 3.5 Poor Places – 4 Reservations – 2.5 AVG 3.45 Pros Non seguo i Wilco ma conosco bene quest'album e mi piace come suona, la sua atmosfera e com'è strutturato. Ha un sacco di sfumature che vanno dal pop a sound più sperimentali. Cons Ogni tanto si accolla: tipo sui soli di chitarra, oppure sui finali in caciara, quando diventano una cosa noise, tipo che partono mille pad e soundscapes a caso, come se un gatto camminasse sulle tastiere. Conclusione Procedendo con l'ascolto dell'album, il mio apprezzamento è stato calante, con una media finale di 3.45. A pelle mi sento di promuovere il mio voto finale a 4 perché comunque, nonostante tutto, nell'insieme mi ha trasmesso molto.

Non mi piacciono particolarmente i Clash di questo periodo puramente punk. Inoltre, la produzione di quest'album forse è la peggiore che ho sentito fin'ora, anche rispetto a quella degli altri gruppi punk di quegli anni. I Clash saranno sicuramente più interessanti negli anni a venire.

Non lo so. Questa per me è musica da sottofondo. Nessuna traccia mi è davvero rimasta in testa. Non posso dire che mi fa schifo, ma, forse peggio, non mi ha lasciato proprio niente.

Pros: alcuni arrangiamenti orchestrali li ho trovati interessanti. La cantante è molto tecnica ed espressiva. Cons: spesso mi è sembrato di ascoltare qualcosa di troppo pacchiano, lei è brava ma a un certo punto si accolla. Atmosfera da musical noioso.

Come in altre occasioni, questi album mi trasmettono un forte senso di nostalgia ma allo stesso tempo di non appartenenza. Ci tante ballate tra le tracce, tra cui la famosissima "I Can't stop loving you", che rendono l'ascolto un po' lento. Alla fine comunque non riesco a sbilanciarmi più di tanto.

Ecco un altro album da mal di testa.

Dei Kinks conoscevo alcuni pezzi, ma non avevo ascoltato un album per intero. Riconosco la loro bravura in questo sound davvero Pop-British (non voglio dire castronerie, ma a tratti sembravano i Beatles). Nonostante la mia attenzione è andata un po' a scemare, ci sono canzoni tipo Sunny Afternoon che riascolterò sicuramente.

Riassunto: inizialmente parte qualcosa che mi ricorda Beautiful (soap opera), ma poi si apre e riconosco la canzone.. "Street Life", che bomba! Poi il resto delle tracce strumentali che mi piacciono a tratti, ma che trovo un po' noiose. Sarebbe un 2.5, ma siccome due mi sembra troppo poco do un 3. (Forse anche Ute se lo meritava..)

È sempre divertente ascoltare questi album. Ma anche questa volta a un certo punto ho un po' sofferto il fatto che sembrasse non finire mai e che sia diventata una sorta di punizione. Sono combattuto perché per me sarebbe un 2.5.. Ok, ho provato a dare 2 ma mi è dispiaciuto quindi vado per 3.

Nonostante non abbia molta affinità con questo genere ho trovato l'ascolto di quest'album piacevole, soprattutto con l'avanzare delle tracce. Purtroppo sono abbastanza saturo di questo sound anni '60 che ha dominato questa settimana e questo probabilmente ha influito sul mio voto.

Quest'album mi ha fatto tornare in mente quando andavo all'Alien e c'erano i Darkettoni depressi che puzzavano. Non impazzisco per il genere, ma comunque trovo quest'album interessante per come suona, nonostante i riverberi e le chitarrette, ha un qualcosa di cupo che mi affascina. È un 2.5 che non arriva al 3..

Loro è un gruppo che ho sempre odiato. Anche negli anni a venire quando la vecchiaia ti fa rivalutare in tuoi gusti musicali adolescenziali, la mia opinione su di loro è rimasta sempre la stessa. Ora che sono stato obbligato ad ascoltare quest'album mi rode pure il culo. Penso che la voce di Billie Joe Armstrong sia fastidiosa (anche se i questo senso quella di Liam Gallagher è irraggiungibile). In generale mi sembrano tipo canzonette.

Classico prodotto anni '90 con lo stesso loop portato avanti per minuti, disc scratching e "yo!" random. Musicalmente li ho trovati pesanti e ripetitivi, ma credo che in questi casi il messaggio acquisisca il valore più importante.. Che però per me non basta. È un 1.5 che arriva a 2 solo perché sotto certi aspetti mi hanno ricordato i RATM e perché c'è persino una collaborazione con gli Anthrax che mi stanno simpatici.

Ascoltare il live di Muddy Waters è stata un'esperienza molto piacevole. (C'è anche il video dello stesso concerto su YouTube e merita di essere visto). Allora, di base a me il blues piace, ma, come spesso accade in questi casi, dopo un po' mi scoccio. In questo caso però, c'è stato l'attenuante del live che gli ha dato quel qualcosa di magico in più: un 3.5 che va a 4. (Comunque non me la sarei sentita di dargli 3).

Lo definirei come "un album carino". Molti brani potrebbero essere stati scritti nel nostro periodo storico. La stessa Born To Run potrebbe benissimo essere una canzone degli Arcade Fire. Ero partito con un po' di pregiudizio ma devo dire che nel complesso non è stato poi tanto male.

Prince rappresenta la mia scoperta del 2021. Non avrei mai pensato di poterlo apprezzare così tanto. Per quanto riguarda quest'album, onestamente sento come che perda il tiro dopo un po', ma forse è solo dovuto al fatto che a un certo punto diventa troppo anni '80, però è un "anni '80" abbastanza digeribile. Comunque rimane un sound moderno, certe cose mi ricordano un sacco di artisti degli anni nostri, tipo gli Ok Go, gli Unknown Mortal Orchestra o Bruno Mars, che non c'entrano un cazzo gli uni con gli altri, però fa capire quanto ricca e variegata fosse la sua vena compositiva. Come anche su Purple Rain, ci sono riferimenti sessuali.. Devo capire se scopava un botto, oppure soffriva di eiaculazione precoce e doveva compensare. A Purple Rain ho dato 4 ed effettivamente mi era piaciuto di più. Comunque questo per me sta poco sotto, ma rimane un album che ho apprezzato e che sicuramente riascolterò.

Le basi sono proprio ben fatte e sono la cosa che mi ha colpito di più perché rendono l'album più vario. Per il resto, non ci è voluto molto al sopraggiungere del solito mal di testa. Se la voce fosse uno strumento musicale, chi rappa è come se usasse sempre la stessa nota, a ritmi e intensità diverse, ma sempre la stessa nota.

Praticamente a quest'album ho dedicato più di qualche ascolto. Musicalmente sembrava abbastanza lontano da ciò che mi colpisce solitamente di un album, ma alcuni testi mi hanno lasciato una sensazione strana ma bella, ed ho sentito la necessità di ascoltarlo ulteriormente coi testi sotto mano. Mi piace quello che scrive e come lo fa anche in maniera semplice. Calcolando che quest'album è uscito prima che morisse, lo rende come una sorta di testamento recitato con la sua voce roca e profonda. Sono partito con un 3 al primo ascolto, ma con il secondo penso di averlo interiorizzato (anche troppo) tanto che mi sono emozionato.

Non tutto quello che fa mi piace, ma comunque trovo Nick Cave un personaggio interessante. In quest'album la sensazione è la stessa: è interessante ma non tutto quello che ho ascoltato mi è piaciuto. La cosa che non mi spiego è come, nonostante sia spesso incompatibile con i miei gusti, riesca a non farmi schifo e anzi, rimanga ad ascoltarlo. Tranne Where the Wild Roses Grow che ho trovato troppo banale e al secondo ascolto ho skippato. Tra il 2 e il 3. Ma 2 mi sembra troppo poco.

Il mio problema coi Nirvana è che li ho sempre associati ai svariati compagni delle superiori che andavano in giro con sigaretta, camicia di flanella, capelli lunghi, puzza di sudore e depressione: mi stavano sul cazzo. Per fortuna li ho scoperti molto dopo, quasi per caso. In quest'album, quelle sonorità graffianti tipiche del loro sound sono ridotte perché suonano in acustico, ma la loro anima rimane intatta, di espone e si illumina. Grazie per questa esperienza e questa atmosfera. Sono contento di averlo riascoltato! Il mio voto è 5, ma meriterebbe un 6 per la performance live (ho un debole per gli album live). Voto: 6

Meriterebbero più ascolti per capirli. Li ho trovati interessanti, ma una cosa che non riesco proprio a digerire è il timbro del cantante, mi irrita. Allora ho deciso di guardare qualche video per inquadrarlo un po'. Ed è stato sorprendentemente simpatico. Quindi ho deciso di non essere troppo severo. Probabilmente li riascolterò perché penso di non averlo capiti abbastanza..

Ho iniziato ad ascoltare quest'album in macchina, venerdì, dopo aver staccato da una lunga giornata di merda a lavoro ed è stata un'esperienza quasi mistico-curativa con Take It easy, mi è sembrato di stare in un film. Purtroppo poi le altre canzoni non hanno avuto lo stesso effetto: le canzoni più rock, sono tipiche anni '70, niente di sconvolgente, mentre quelle più tranquille sono tipo ballad country, che balls! Dopo Take It easy solo Earlybird mi è sembrata all'altezza delle mie aspettative. Poi basta.

Mi affido alla media matematica perché il "Morrissey personaggio" mi sta sul cazzo e vorrei essere più obiettivo possibile. Alsatian Cousin 4.25 Little man, what now? 3.5 Everyday is like Sunday 4.0 Bengali in platform 3.75 Angel Angel.. 2.0 Late Night, Maudin Street 3.75 Suedehead 4.0 Break the family 2.75 Treat me like.. 2.0 I don't mind if.. 3.0 Dial a cliché 2.75 Margaret on the Guillotine 3.5 Conclusione: il sound anni '80 di quest'album lo trovo piacevole, a livello compositivo è un po' ridondante, comunque nel complesso sembra un bell'album cantato da Kermit la rana. Provo comunque rispetto il "Morrissey Artista". Voto: 3.27

Questa volta ero partito con l'idea di farmi due palle tante. Invece mi sono ricreduto, l'ho trovato un album coraggioso e carino. Anche abbastanza scorrevole. Alcuni testi mi sono piaciuti molto. Di base è un album voce e chitarra ma ogni tanto spuntano a sorpresa archi, cori, piano e altre features, ma senza esagerare. L'unica canzone che ho odiato è quella in spagnolo. Comunque sia secondo me è un album da 4. PS. Questa è innegabilmente roba tua Daniè! Ora bisogna vedere se c'è alchimia o no..

Sicuramente Tito Puente e tutti gli altri sono dei bravissimi musicisti, non lo metto in dubbio.. Ma, per il resto, è un genere musicale ballereccio con tanti limiti, per me troppo ripetitivo, nessuna canzone risalta particolarmente.

Ho ascoltato quest'album più volte, quattro per l'esattezza, e ho sempre avuto un parere positivo. Quindi parto dicendo che è un album interessante. Il problema è che non capisco bene come collocarlo perché riconosco una certa genialità ma allo stesso tempo non penso che lo riascolterò. Ho la stessa sensazione di quando provi un vestito che ti piace tanto, ma ti sta male.

Non ho faticato ad ascoltarlo e mi ha divertito. Ma allo stesso tempo non mi ha conquistato del tutto a causa dei limiti dovuti agli standard di quei tempi. Opinione personale: a me non piace troppo come viene suonato il piano in quest'album, ovviamente non saprei fare di meglio ma se immagino lo stesso album suonato oggi in una chiave un po' più Stoner sicuramente mi sarebbe piaciuto di più.

Faccio coming out: mi piacciono i Coldplay. Ciò che mi piace è essenzialmente la loro semplicità. Semplicità che non intacca la loro personalità, infatti sono inconfondibili (e forse questo è anche grazie all voce di Chris Martin). Negli ultimi 10 anni sono diventati un po' più mainstream, ma secondo me è dovuto più al loro processo di invecchiamento che a delle scelte puramente commerciali. In quest'album, non ci sono canzoni che reputo brutte, ma alcune mi piacciono di meno (ad esempio "Green Eyes" e "God put a smile on you"). Altre canzoni presenti in quest'album, delle quali probabilmente siamo saturi, io le trovo perfette (ad esempio "The Scientist"). Voto: 4.5

I Chic provengono quel periodo degli anni '70 durante la quale praticamente l'umanità ha subito il fenomeno funk/disco-dance. Li trovo sfiziosi e divertenti ma molto limitati. Le freak e I want your love le conoscevo già e penso che siano le uniche due canzoni valide dell'album. Il resto è abbastanza anonimo. Voto 2 citando l'ultima traccia : "Just one more thing Remember the whole world's a circus Don't you be the clown"

Il mio voto è influenzato dal fatto che conosco bene e sono molto legato a questo piccolo gioiello del prog. Ho cercato di avere un approccio critico, ovviamente non è un album perfetto, forse un po' prolisso (c'è di peggio nel panorama progressive rock), ma io quest'album non mi stancherò mai di ascoltarlo (e puntualmente a ogni ascolto penserò di dover comprare un flauto traverso).

A volte un po' punk, a volte pop-rock, in più, ci sono dei pezzi in acustico: non si capisce bene che direzione prendano e per questo motivo li ho trovati un minimo interessanti e moderni. Però purtroppo sono abbastanza insofferente quando sento questo sound british, soprattutto nelle chitarre, che mi nausea e mi rovina l'esperienza. Voto: 2 (che sarebbe un 3 che non ci ha creduto abbastanza)

I Flaming Lips sono un gruppo che sicuramente approfondirò. Quest'album mi è piaciuto molto a livello compositivo: arrangiamenti originali e testi veramente belli. L'unica nota negativa per me è stata la voce, ci ho messo un po' per digerirla (inizialmente ho pensato che la voce del cantante dei Mew sarebbe stata ideale perché leggermente più precisa), ma dopo un po' di ascolti sono arrivato alla conclusione che mi piace così com'è e che non sarebbe stata la stessa esperienza se cantato diversamente. Aggiornamento: ho ascoltato un altro album loro dopo questo, per curiosità... Ho scoperto solo dopo che è in lista ahahah

Ho ascoltato Frank subito dopo aver ascoltato i Flaming Lips ed è stata un esperienza surreale. Non lo so, è un album di un'altra generazione e come è stato detto in circostanze simili è difficile da valutare proprio per questo motivo. Non critico la performance perché come al solito, sia Sinatra che i musicisti sono bravissimi, ma mi sono davvero annoiato. A pelle sarebbe un 2.5 per la noia mortale. Ma in casi come questo preferisco dare un 3 honoris causa, perché sento come se fosse un problema mio non dell'album.

Lo trovo un album ben fatto e scorrevole. Loro hanno cavalcato l'onda indie degli anni 2000 e hanno fatto il botto (per questo ad esempio loro li trovo più mainstream dei Coldplay e per questo li penalizzerò). Sono anche stati i pupilli di David Bowie (Daniele ne sarà entusiasta). Comunque l'album non è male, ci sono alcuni pezzi che mi piacciono come Neighborhood #4, Wake Up, Haiti e In The Backseat. Voto: 3.75 ..per un pelo! Comunque sono bravi dai.

Votare Queen è stato complicato perché di base non sono un loro fan, non li ho mai amati né odiati. Ho una lista di pezzi che mi piacciono e ho scoperto solo oggi che due di questi fanno parte di quest'album ('39 e You're my best friend), mentre altri pezzi mi hanno scassato la minchia tipo Bohemian Rhapsody (da adolescente la amavo). L'album l'ho trovato interessante, percorrono diversi stati d'animo, giocano qui e lì, sono dei bravi musicisti, per giunta in quel periodo erano già rockstar pluri-famose e pluri-premiate e si sente. La loro "philosophy of music composing" (me lo so inventato io) mi ricorda molto quella dei gruppi math-core che ascoltavo 5-10 anni fa: praticamente in un album math-core c'era di tutto, bossanova, ragtime, ballate etc, perché più è vario e complicato, più è figo. Qui mi è sembrata un po' la stessa situazione. Ci sono un paio di canzoni che mi hanno fatto soffrire: - Bohemian Rhapsody in primis (Basta!) - Prophet song - God save the Queen (perché vivendo in Irlanda ho imparato ad odiare gli inglesi). Tutto sommato mi sento di premiarli, è stata comunque un esperienza positiva.

Dei Daft Punk conosco a memoria e adoro Discovery e Human After All (che non sono in lista), mentre Homework l'ho sempre trovato troppo ballereccio (e noioso) rispetto a quelli citati prima, che diversamente sono state concepite in maniera più orecchiabile e matura. Da Funk e soprattutto Around the world sono un pezzo della mia adolescenza, ma, l'ascolto di quest'album, è stata un'esperienza noiosa, non terribile, ma di quelle che se ti squilla il telefono interrompi per rispondere.

Con questo ascolto ho chiuso un cerchio aperto undici anni fa: li viddi nel 2009 durante il tour di quest'album. Aprirono ai NIN, non sapevo chi fossero, ma mi rimasero impressi tanto che conoscevo già alcune canzoni di quest'album. Avendo all'epoca il 56k, Daniele sa, avevo scaricato un paio di mp3 ("Crying" di quest'album e "Wolf like me", il loro cavallo di battaglia) ma poi non li ho mai approfonditi. Ecco arrivato il momento! Dunque, l'ascolto di "Dear Science" è stato molto positivo. Molto scorrevole, pezzi ben costruiti e loro sono molto bravi. Mi è piaciuto molto come si apre l'album con "Halfway Home". "Crying" e "Family Tree" anche mi piacciono tanto. Loro comunque dal vivo spaccano, adesso sicuramente, per come sono invecchiato, andrei a vedere loro piuttosto che i NIN. Voto: 4.0

I Beatles secondo me rappresentano quel fenomeno dove il tutto è stato più della somma delle singole parti (affermazione opinabile) e in quest'album, il caro John Lennon, pur essendo messaggero di pace e amore, ha fatto i conti con i propri limiti. Il risultato è un album mediocre a tratti country, boogie woogie, rock 'n' roll, folk, ballate.. Fa un po' di tutto, ma fatto male. "Imagine" nemmeno la considero, sono troppo influenzato dall'uso spropositato di questa canzone dei media, non posso dire che faccia schifo comunque. L'unica canzone che per me è passabile, ripeto, passabile, è "Jealous Boy". Non sento di essere così severo da dare 1, anche se musicalmente secondo me forse lo merita, do un 2 perché fondamentalmente era rincoglionito e in buona fede, probabilmente ci credeva veramente.

"Ma che è?" è stata la mia reazione al pezzo iniziale, poi piano piano ne ho intravisto il genio. Praticamente è un album sperimentale che necessita un ascolto dedito e non casuale. Con i suoi suoni midi da tastierina Casio e il suo sound anni '80 dietro l'angolo, è riuscita a piacermi lo stesso. È pieno di robe strane, tipo le voci che fa lei al limite del growling, pecore che belano e muli che ragliano. The Dreaming, Night of the Swallow, Houdini e Get out of my house non mi sono dispiaciute. In generale ho trovato ogni pezzo non bello ma interessante. Ecco, quest'album è come quando una donna non è fisicamente il tuo tipo ma ti attrae comunque. Merita 1, ma merita anche 5. Quindi rimango nel mezzo, quasi insicuro se dare di più o di meno: 3.

A me piacciono i Jamiroquai. Li ho anche visti dal vivo (Sziget 2008), bravissimi, e Jay Kay ha uno stile inconfondibile. L'unica cosa è che non sono mai stati in grado di fare breccia nel mio cuore completamente. Di quest'album non ci sono canzoni degne di nota o che mi hanno colpito particolarmente, che rimane solo un piacevole ascolto.

L'ascolto di quest'album viene rovinato subito alla seconda traccia con la loro versione di El Condor Pasa. Non voglio sapere neanche perché l'hanno fatto, ma suona davvero innaturale, e non mi pronuncio su quando cantano "Yes, I would, If I only could, I surely would", provo tipo odio. Per il resto ho trovato l'album abbastanza mediocre (mai quanto quello di John il picchiatore). So Long, Frank Lloyd Wright, è l'unica che mi ha colpito. Ci sono vari pezzi folk-country classici ma niente degno di nota.

Adoro i Massive Attack degli album successivi (non capisco perché Mezzanine non è nella lista), qui sono ancora un po' acerbi ma si sente che stavano percorrendo la strada giusta. I pezzi che mi piacciono di più sono Protection, Karmacoma e Eurochild. Concludendo, quest'album già lo conoscevo, loro secondo me già spaccavano, ma dovevano ancora sbocciare. Direi che è stato un piacevole ascolto. 3

Dopo avendo appurato che il tizio che ha formulato questa lista sia un coglione, non mi stupisce aver ascoltato per un'ora e mezza quest'album di scarsa qualità. Quello che mi è dispiaciuto di più è che, anche trattandosi di un genere che potenzialmente mi piace, di 20 tracce in totale, nessuna mi ha intrattenuto, anzi. Che vi ha lasciato? A me niente proprio.

Suona come il classico album rock alternativo anni '90, psichedelico a tratti. Comunque non è stato male, ho trovato a tratti un po' fastidiosa la voce del cantante, ma nel complesso calza bene. Ho scoperto all'ultimo di aver ascoltato l'album in modalità random e un po' mi scoccia, ma non me lo sento proprio di riascoltarlo e questa la dice lunga. Navarro mi piace, calcolando che in quegli anni era pieno di Guitar Heroes, lui era proprio alternativo nonostante ogni tanto spunta fuori qualche soletto. Anche se, secondo me, il meglio di sé l'ha dato con i RHCP (e anche loro hanno prodotto l'album migliore con lui, anche se sembra un altra band). Comunque secondo me è un discreto 3.

È bello il country americano.. Fino al momento in cui devi ascoltare un album per intero, allora diventa un po' dura. Tutto sommato Willie si è rivelato un bravo cantastorie e per trenta minuti ho vissuto quell'atmosfera da casa nella prateria. A pelle è un 2.50 ma anche in questo caso mi sento di dare un 3 honoris causa, in fin dei conti questi 30 minuti sono volati senza causare nessun dispiacere.

Ramblin' Jack Elliott meriterebbe un 4 solo per la simpatia. L'amore è sbocciato con OI'Riley, da li ogni brano mi ha dato motivo per sorridere. Un po' mi ricorda la versione bianca e meno spirituale di Mississippi John Hurt. A pelle lui è un 3.25. Ma devo dargli 4 perché lo trovo geniale a modo suo, spesso ho avuto l'impressione che non canti ma canticchi, perdendoci in tecnica ma guadagnandoci molto come interpretazione.

L'ascolto di questo album l'ho trovato abbastanza faticoso. In primis il sound '80 che come ormai sapete, eccetto alcuni casi, a me non piace. I testi non mi hanno trasmesso molto (forse perché qui non era in fin di vita), anzi li ho trovati anche abbastanza banali. La voce monotona si è accollata. Ho trovato interessante il fatto che su "I'm your man" il pezzo finisca con un fade out mentre ancora canta, come se sapesse che l'ascoltatore, ormai stanco di sentire la sua voce, voglia abbassare il volume . Oggi mi sento cattivo! 1

Interessante, mi ha colpito molto già dalla prima traccia. Solo che verso la fine ho iniziato ad accusare i toni soft della Soul music. Non riesco a dargli 4 per questo motivo, ma riconosco la bellezza di quest'album e la bravura di Curtis, che non conoscevo e che, leggendo la sua biografia, è stato proprio sfortunato... Poraccio!

Far suonare la batteria a tua sorella sarebbe stata un'idea geniale.. Se fosse stata in grado di suonarla un po' meglio! Secondo me, Jack White, hai delle idee anche molto fighe, ma non vengono valorizzate dal contesto alternativo che hai voluto costruire coinvolgendo tua sorella. Poi probabilmente avrai voluto far colpo su un altro tipo di pubblico.. Musicalmente però non me la sento di premiarti. Se vinciamo pure i mondiali però: "Poppoopoppopooo!"

Carina lei! Alla fine a me questo pop anni '60 non mi dispiace. Non è il mio genere, ma sono stato in grado di ascoltare l'album dall'inizio fino alla fine, con un po' di nostalgia. Le do un 3 honoris causa.

Mai sentiti prima! Mi piace molto sia l'atmosfera dell'album, sia come suonano. Purtroppo, come spesso accade in album simili, a discapito della qualità di un progetto musicale, giocano altri fattori che possono influenzare l'esperienza dell'ascoltatore. Nel mio caso, io li ho capiti abbastanza subito e purtroppo a un certo punto hanno smesso di stupirmi, poi verso la fine mi sono anche un po' annoiato. Comunque bravi

Queste sonorità mi ricordano gli anni '90 e in qualche modo anche la mia infanzia (i film americani, la break dance..) Non posso dire che mi sia piaciuto ma nemmeno che mi abbia fatto sKKKifo. I testi manco l'ho guardati. Certo che un'ora e più di sta roba ma un po' ucciso..2

Sweet Dreams (Are Made Of This) - canzone - non può non piacere. È davvero un grande pezzo, arriva come uno schiaffo e ti lascia il segno. Forse è l'unica canzone dove mi piace la voce della Lennox, per la quale non vado molto pazzo, anzi la trovo irritante a tratti. Comunque, qui mi trovo davanti a un bivio, perché questo non è il solito album anni '80 (anche se le sonorità potrebbero infastidirmi). Nonostante il gradimento medio-basso delle tracce, riconosco un lato artistico e uno sforzo. Quindi sebbene il mio gradimento sia intorno al 2.25, mi dispiacerebbe svalutare un lavoro come questo, soprattutto proveniente da un decennio che ha sfornato un sacco di merda. Quindi promuovo a 3.

Sono partito con talmente tanto pregiudizio che alla fine la mia esperienza non è stata brutta come aspettavo. In generale, a volte la voce di Robbie mi ha infastidito (soprattutto quando fa la voce nasale graffiante, che un po' mi ricorda Liam), alcune canzoni non sarebbero male, ma le trovo denaturalizzate da arrangiamenti troppo pop e strumenti suonati in maniera super pulita. Avvolte, sembra tutto finto e sterile, spesso a discapito anche della voce di Robbie. Alla fine comunque, ripeto, non è stata un'esperienza pessima. 2

Non conoscevo Dr. John e l'ho trovato molto originale. Purtroppo come al solito a un certo punto ho perso l'attenzione e ho dovuto ascoltarlo a più riprese, ma inizio a pensare che sia un mio problema. Una cosa che mi ha un po' deluso è stata la qualità dell'album, capisco che siamo a fine anni '60, ma ci sono album dello stesso periodo che suonano molto meglio. Le frequenze medio-alte sovrastano quelle basse. Tutto sommato è un album interessante! Voto 3

Dai, alla fine ci siamo divertiti!

Probabilmente non sono stati tra i peggiori gruppi anni '80 che abbiamo sentito, resta il fatto che non mi sono piaciuti molto principalmente per come suona l'album (i riverberi, le chitarrette, gli strings ensemble della Casio) e per il timbro del cantante che, personalmente, non ho apprezzato molto in un contesto come questo. Voto 2

L'ultima volta che ho recensito un album di Sinatra avevo dato un 3 honoris causa, ma avevo anche detto che teoricamente sarebbe stato 2.5 perché mi ero troppo annoiato. Ecco, l'esperienza è stata identica ma siccome penso che non sarebbe né etico, né corretto assegnare più di un tre honoris causa allo stesso artista dopo che ti ha annoiato due volte, questa volta si becca sto 2!

Dopo essere sopravvissuto alla noia mortale del disco di Sinatra, questo sembrava quasi l'album del secolo. Se non fosse che a un certo punto parte un pezzo cantato in italiano "Ma che cazzo è?!" mi son detto, poi sono andato a controllare e praticamente è stato inserito nell'edizione del 2000, quindi ho deciso di fare finta di niente. Concludendo penso che siano stati abbastanza piacevoli e che quest'album abbia un non so che di moderno, considerando che sia stato pubblicato nel '66 (e qui mi ricollego a quello che ho scritto sull'album di Dr.John.. Suonava malissimo in contronto). Per me è un 3 pieno, forse anche grazie a Sinatra!

In generale ho trovato quest'album molto interessante, a tratti dissonante, imperfetto, sperimentale, e Tom Waits un artista e interprete geniale, a cui piace giocare con la sua voce (e la sua tosse). È stata un'esperienza talmente ricca che a un certo punto è diventata pesante. Ho provato ad ascoltare l'album una seconda volta, ma ho abbandonato perché stremato. Il discorso è che, per me, prese singolarmente le tracce sono molto interessanti, ma messe tutte insieme trasformano l'album in qualcosa di troppo difficile da ascoltare. Dopo le prime due tracce, ero partito con un "minimo 4", ma a malincuore scendo a un voto più basso per via dell'ascolto indigesto. Forse me ne pentirò, forse avrei avuto bisogno di più tempo. Voto 3

L'album è stato abbastanza scorrevole, mi piace in generale come artista/compositore Neil Young, molte sue idee le trovo semplici ma moderne. Non è quell'album spettacolare che ti lascia a bocca aperta ma comunque è carino. 3

Jay-z non è stato male dai. Non so in quale ramo del rap/hip hop/pop ci troviamo, ma non mi h fatto totalmente schifo. Ero tentato di dare 3 perché questa volta i beats mi sono piaciuti particolarmente. Ma poi sono tornato coi piedi per terra. Comunque Renegade è figa dai! Pure Girls girls girls p.2 mi è rimasta un po' in testa (forse perché era l'ultima).

Queste produzioni anni '80 ormai mi disturbano. Sebbene non siano tra le peggiori band che abbiamo ascoltato finora e per quanto a tratti mi abbiano ricordato quell'indie molto pop dei tempi nostri (con le linee di basso a palla e super ritmiche)- che comunque fa cagare - nel complesso non mi hanno convinto.

Questo è uno di quegli album che oggi lo ascolti e domani lo scordi. Non mi ha lasciato assolutamente nulla. Qual era il messaggio che voleva trasmetterci? Nemmeno lei lo sa. Ho trovato l'arrangiamento di Strong Enough interessante, ma tutto il resto mi ha annoiato. Cantante da falò. 2

Un'esperienza un po' strana, perché, fondamentalmente, mi ha coinvolto positivamente, ma non mi ha catturato a tal punto da farmi sbilanciare. Trovo gli arrangiamenti al limite dell'introspettivo e davvero molto interessanti. Di solito non amo particolarmente quando una canzone dura più di 4 minuti, ma in questo caso il fatto che abbia fatto canzoni lunghe l'ho trovato più un punto di forza che un difetto (ho comunque accusato verso la fine) e quella che mi ha colpito di più dura tipo 10 min (Love From Room 109 At The Islander). Non lo so 3 pare poco e 4 troppo. 3.75

Quante volte avrò ascoltato "Intro" senza sapere chi fossero gli XX! Mi sono piaciuti un sacco, ma sento come di non avere più l'età per queste cose e mi viene la depressione perché mi sarebbe piaciuto conoscerli prima, tipo nel 2009. Sarebbe un 3.75 ma la mia vecchiaia impone il 3.

Bob Dylan è uno che parla un sacco: le sue lyrics sembrano piene di parole e lui le urla come se le stesse vendendo al mercato. La cosa strana è che secondo me funziona. Per la seconda volta rimango positivamente colpito dal suo stile. Non sento di andare sopra il 3 comunque.

Sono combattuto perché è un album di qualità, suonato con gusto. Ma allo stesso sto facendo fatica a digerirlo. Mi spiego, è pieno di schitarrate blues classiche ma fatte bene, roba che sembra facile ma che non riuscirei mai a suonare allo stesso modo. Alcuni pezzi non sono nemmeno troppo scontati, anzi! Aggiornamento in diretta: Sto a 11. Little Wing, e mentre sto scrivendo questa recensione sto cambiando idea, mi sa che è un bell'album dopo tutto! Praticamente ho scoperto solo all'ultimo di aver ascoltato Eric Clapton e, non solo, che questo album sia tipo un classicone. Giuro che non lo conoscevo.. Un 3 pieno pieno!

Non conoscendola, mi aspettavo una Nina Simone diversa! Si è rivelata un'esperienza piacevole. Soprattutto per le dinamiche del suo pianoforte. L'album in sé l'ho trovato un po' lento, soprattutto verso la fine, pur essendo soli 38 minuti.

Ho avuto una sensazione simile a quando ascolto musica anni '80 (pur non essendo di quel periodo), ma solo per i primi secondi! Alla fine si è rivelato un album bomba, un sax che qua per esempio non si accolla, ma comunque in generale l'uso di tutti gli strumenti, voce inclusa, mi è sembrato interessante. A tratti mi hanno ricordato i Queens of the Stone Age.

Io sono cresciuto ascoltando un sacco di progressive. Ma i Genesis sono uno di quei gruppi con cui non ho mai legato. Soprattutto quelli con Phil Collins alla voce (quindi non in questo caso). Avendoli dovuti ascoltare, devo dire che, pur non avendo cambiato idea, ho riconosciuto un'immensa bravura. Alcune cose mi sono anche piaciute, ma non abbastanza da dargli un voto alto.

Ho ascoltato quest'album un paio di volte prima di dare il voto. Musicalmente l'ho trovato bellissimo. Mi piacciono gli arrangiamenti, come suonano le chitarre e come suona l'album in generale. C'è qualcosa che mi disturbava del suo modo di cantare, a volte sembra un continuo sbadigliare. Al secondo ascolto è andata meglio, diciamo che l'ho capito di più. Ho scoperto che John Martyn viveva (ed è morto) a pochi km da casa mia, perché la sua compagna era irlandese. Ed è stato anche ricoverato nell'ospedale dove lavoro - The new album is dedicated to the surgical team at Ardkeen hospital in Waterford, where his right leg was amputated below the knee in April 2003. “Awful nice people, nurses, doctors, really sweet, ” he says. He spent seven and a half weeks in hospital. Morphine helped to ease the pain and during the recovery period, his partner Teresa Walsh would drive him out to Dunmore East - (Dunmore East è un villaggio sul mare nella contea di Waterford, uno dei miei posti preferiti in assoluto). Vabbe', concludendo, non riesco a dargli 4 ma sono molto tentato.

Nel corso dell'ascolto, ho cercato di soprassedere al fatto che Janis, come cantante, mi stia un po' sul cazzo, ma è stato uno sforzo invano. La gente vede energia e anima nel suo modo di cantare, ma a me ricorda una cornacchia. Musicalmente stiamo al livello "band del liceo che suona durante l'autogestione". 2

Visto che ci sono altri due o tre album dei Pink Floyd nella lista non posso sbilanciarmi tanto. Ammettendo di non essere il loro fan numero, riconosco che in generale alcuni loro lavori mi sono piaciuti molto mentre altri per niente. Io qui non li riconosco proprio, sembrano i Beatles (per il sound British) che fanno rock-surf psichedelico. Forse perché essendo molto giovani, ancora non avevo trovato la propria identità. La prima traccia ha rubato la mia attenzione, ma è durato poco, a un certo punto sono diventati noiosi. Sì sono ripresi un po' verso la fine, dopo la traccia da 9 minuti, ma non ho cambiato molto idea. Delusione. 2

Tom Waits è un geniaccio e l'avevo capito con l'ascolto dell'album precedente. Mi ha messo di nuovo in difficoltà. Questa volta ho fatto fatica a concentrarmi sull'ascolto, perché conoscendo Bone Machine, questo mi è parso subito inferiore quindi sono partito un po' prevenuto. Confermo che la sua genialità diventa un po' pesante alle mie orecchie, al punto che devo mettere pausa e continuare ad ascoltare dopo. Ma non perché non mi piace, solo perché a volte ho la sensazione che sia troppo. Ripeto, non è al livello di Bone Machine, ma non si merita nemmeno 2. Quindi 3

Non mi sono piaciuti molto. Li ho trovati più interessanti degli Oasis, ma comunque banalotti. La voce nasale del cantante, migliore di quella di Liam Gallagher, ma comunque stucchevole. Non li riascolterò, mai più.. "Maiiii piuuù!" Cit. A. Zequila

Rispetto all'altro album mi ha colpito di meno, ma mi è piaciuto. Mi ero fatto davvero un'idea sbagliata di Iggy Pop e ora mi sono ricreduto. Le cose che mi piacciono di più sono, il sound un po' grezzo e come canta, che generalmente rappresentano uno stile che odio, ma che ne so, qua mi piacciono! 3

Mi stavano piacendo. Ma alla fine pure essendo un album breve con canzoni anche di 40 secondi, l'ho trovato un po' troppo fine a se stesso. Pur riconoscendo che hanno un suono punk che mi piace, forse quello migliore che ho ascoltato finora, alla fine non mi hanno convinto. Peccato! 2