This is a certified banger. No one can convince me otherwise.
George sei il mio Beatle preferito, ma anche meno :(
ICONIC
L’energia e le vibes ci sono.
Allora. Capisco che oggi su certe questioni ci sia una sensibilità maggiore rispetto al passato, e capisco che ogni opera debba essere collocata nel suo contesto di riferimento. Però ho trovato ho trovato abbastanza fastidioso il modo in cui viene il genere femminile viene rappresentato per almeno l’80% dell’album. Diciamo che la profondità dei testi non è il punto forte degli AC/DC, ecco. Resta il fatto che “Back in Black” (la canzone) è un classico intramontabile.
Pazzissimo, mi è piaciuto molto :)
Non conoscevo questo gruppo, ma ne sono rimasta piacevolmente sorpresa! L’album mi ha fatto venir voglia di approfondire il genere. Per me, 4.5/5.
Amo gli Smiths, ma questo album, tra i loro, non è il mio prefe in assoluto :)
Romantico, sognante, raffinato. Che chill.
Kanye sei un essere umano deprecabile ma la tua musica spacca
L’idea di base è davvero interessante, ma ho trovato l’album in sé abbastanza noioso.
Ammetto che non è esattamente il mio genere, e dubito lo riascolterò presto. Però ci sono diversi elementi che ho apprezzato: l’energia, l’ironia e la rivendicazione sociale.
Ok, ci sta.
Semplicemente pazzeschi.
Bel groove, però boh.
Ho apprezzato molto le influenze tra i generi, soprattutto la contaminazione metal-sonorità est-europee. Anche i testi non sono niente male! Avrei voluto amarlo un po’ di più come album, però (anche perché conoscevo già alcune loro canzoni). Le canzoni che ho preferito sono: “Spiders”, “Soil”.
4/5 perché ho preferito Elephant, però rimangono dei grandi.
Tratto da: Dogg, S. (1993). Who Am I (What’s My Name)? “Doggystyle”, 1(8) What's my motherfuckin' name? Snoop Doggy, Dogg (the bomb) Snoop Doggy, Dogg Snoop Doggy, Dogg (the bomb) Snoop Doggy, Dogg (Dogg) Da-da-da-da-dah Do-do-do-do, doo-doo-doo-da-dah (the bomb) Da-da-da-da-dah Do-do-do-do, doo-doo-doo-da-dah (Dogg) (the bomb) Doggy Dogg, Doggy Dogg, Doggy Dogg (the bomb) Bow wow wow yippie-yo-yippie-yay (the bomb) What is his name? (Dogg) Snoop Dogg, and the Dogg Pound (the bomb) Oh-oh yeah, Snoopy Dogg, Snoopy Dogg, Snoopy Dogg (the bomb) Yeah, yeah (Dogg) I know his name Come on Snoopy, come on Snoopy (The bomb) and The Dogg Pound Snoopy Dogg (the bomb) Snoopy Dogg Snoopy Dogg (Dogg) (Dog, nasty dog, doggy dog)
Ammetto che in generale faccio fatica a entrare in sintonia con la musica elettronica, quindi probabilmente “non sei tu, sono io”, ma onestamente non vedevo l’ora che questo album finisse.
Carino, ma nulla di eccezionale.
Un sentito grazie ai The National per essere, da ormai cinque anni, la mia band-da-piantino di riferimento. Queste 5 stelle sono per voi. Thank you guys, you never miss. ❤️
Durante l’ascolto ho oscillato costantemente tra le 4 e le 3 stelle: ho trovato alcuni momenti davvero coinvolgenti e lirici, mentre in altri punti era come se ci fosse qualcosa di “strano” (la voce? l’interpretazione?) che distoglieva la mia attenzione. Alla fine le 3 stelle hanno avuto la meglio. Ho apprezzato gli elementi bucolici sparsi qua e là, però.
Un 3 politico perché l’album non esiste su Spotify e sono troppo pigra per cercare le altre canzoni qua e là :)
Bel sound + ironia. Ci sta. Non mi dispiacerebbe essere loro amica, sembrano simpatici.
Pensavo mi sarebbe piaciuto perché rientra abbastanza nel mio genere, ma non mi ha detto nulla :(
Io sono ancora sconvolta che How I Could Just Kill a Man dei Rage Against the Machine sia una cover di How I Could Just Kill a Man dei Cypress Hill. Ah. Forse continuo a preferire la versione dei Rage Against the Machine, però.
Ok, vibe da stregone voodoo di New Orleans. Secondo me il cattivo de “La principessa e il ranocchio” della Disney si sparava questa musica durante la sua skincare mattutina.
Pazzesco. Questo album è un concentrato di tutto ciò che rende il rock entusiasmante. Quando senti che la musica scuote ogni fibra del tuo corpo e non puoi fare altro che muoverti, ballare, saltare per esternare tutto ciò che ti fa provare dentro. In più, qui c’è un tocco di blues apprezzatissimo. Janis Joplin, non ti conoscevo, ma sei la mia nuova queen. Che voce incredibile!
Bravo Jay-Z, hai fatto bene il tuo lavoro.
🗣️ Psycho killeeeeer 🗣️ 🔊 QU’EST-CE QE C’EST 🔊 🥁🥁🥁 Fa-fa-fa-fa, fa-fa-fa-fa-fa-fa, better 🥁🥁🥁
Ascoltare quest’album è sempre un’esperienza intensissima. Shine On You Crazy Diamond è trascinante: non c’è bisogno di parole, perché sono le chitarre a parlare. Con Welcome To The Machine e Have A Cigar inizia un crescendo che culmina con Wish Your Were Here, il cuore tematico ed emotivo dell’album. Il finale, poi, è soddisfacente, perfetto. Che cosa aggiungere di più? A mani basse, uno dei miei album preferiti di sempre.
Questo album gronda anni Ottanta da tutti i pori.
Ok, ma anche meno.
Ho sentito che nel nostro gruppo sta serpeggiando un po’ di rock fatigue. Ecco, io invece penso proprio di avere la hip-hop fatigue.
Allora. Non avevo voglia di ascoltare questo album, perché per qualche motivo ero convinta non mi sarebbe piaciuto. Insomma, avevo poche aspettative. Oggi pomeriggio, però, dovevo fare la spesa all’Esselunga, e mi sono detta: “Boh, perché no?”. Mentre aspettavo il tram ho ascoltato “Clandestino”, e mi sono detta: “Boh, perché no? Potrebbe essere un onestissimo album da 3 stelle”. Poi sono andata avanti con l’ascolto, e mentre girovagavo tra le corsie dell’Esselunga di Viale Zara mi sono detta: “Boh, perché no? Perché non fare la rivoluzione ballando su una spiaggia tropicale?”. E niente, alla fine il mio scetticismo si è trasformato in 4 stelle. Ecco un elenco dei fattori che sono entrati nell’equazione: - ✨MULTILINGUALISM✨; - la transizione perfetta tra “Bongo bong” e “Je ne t’aime plus” (seriamente, è davvero soddisfacente); - attivismo climatico, random; - legalizzazione; - come anticipavo prima, un “facciamo la rivoluzione ballando sulla spiaggia” kind of vibe; - un “Alla luna” di Leopardi in versione latina (più o meno); - ancora ✨MULTILINGUALISM✨; - la ripresa del tema di “Bongo bong” / “Je ne t’aime plus” verso la fine (non lo so, mi ha dato un’idea di coesione di insieme).
Ma che figooooo
Ok, carino, dai. Le girls mi stanno simpatiche.
Talmente brutto da essere meraviglioso.
Bello bello bello
Questo album mi era già uscito tempo fa, quindi per questa recensione mi baserò su quello che mi ricordo (anche perché non morivo dalla voglia di riascoltarmi tutte le 2 e passa ore di album). Sinceramente la scelta di inserire questo live album è per me una fonte di perplessità, dato che nella lista sono già presenti tanti album dei Metallica. Ricordo che il primo album in assoluto a uscirmi fu proprio il Black Album, e sinceramente ho un po’ storto il naso quando mi sono ritrovata ad riascoltare anche in S&M quelle stesse canzoni, di nuovo. Ok, va bene, in S&M c’è la particolarità degli archi che si mescolano ai live instrument della band, ma era davvero necessario riproporre dei doppioni di brani già ampiamente rappresentati nella loro versione originaria? Ma soprattutto, sono davvero necessarie due ore? Appunto, l’idea di per sé è molto interessante, e ci sono state cose che ho davvero apprezzato, ma la mia frustrazione (che sento ancora viva dopo ormai mesi dall’ascolto) mi dice che non posso dare più di 2 stelle.
Chiamatemi romantica, chiamatemi delusional, ma vado matta per la purezza e l’eleganza con cui certi brani degli anni ‘50/‘60 parlano dell’amore. Sono d’accordo con chi dice che la bellezza passa attraverso la semplicità. Per questo motivo, se mi chiedessero se mi piace la musica di Frank Sinatra risponderei sì, assolutamente sì. Però non me la sento di dire di aver amato questo album alla follia. Sicuramente mi è piaciuto, ma ammetto di essermi persa in alcuni momenti. Al momento a Frank dò un onesto 3/5, ma con la viva speranza che il nostro prossimo incontro sia sfavillante.
Penso sia una delle cose più etero che io abbia mai sentito (e parola da persona etero). È che alla fine le canzoni sono anche carine, ma è tutto un po’… mid? Tranne l’ultima canzone, quella non mi è piaciuta un granché. Sarebbe un 2.5/5, ma darò 3/5 perché mi sento buona :)
Molto bello. “Father and Son” è da annoverare nella categoria dei banger totali.
Molto molto figo
È ok, credo
Bravi Beastie Boys, mi siete piaciuti anche questa volta :) 4/5 perché non me la sento totalmente di dare 5/5. (Comunque amo alla follia la recensione di Dade)
5/5 perché sì.
Non penso ci sia bisogno di spiegare il motivo del mio voto :)
I testi sembrano interessanti (anche se non li ho approfonditi tanto), la voce invece in certi punti non mi ha convinto. Alcuni riff di chitarra sono fighi. Nel complesso mi è piaciuto, ma non me la sento di sbilanciarmi su un voto alto. Un po’ troppo lungo, o si tratta forse di una lunghezza percepita?
Credo che questa tipologia di jazz mi piaccia particolarmente, considerando che ho amato sia questo album che Stan/Gilberto. A Jazz Samba però darò 4/5 perché ho trovato Stan/Gilberto più di impatto.
All’inizio dell’album ero carica, poi ho perso l’entusiasmo. Tutto sommato però l’ho trovato carino.
Meh
Lo dichiaro al mondo: sono una cultrice di Trolls 2 - World Tour. Per chi non sapesse di cosa si tratta (in questo caso, malissimo), nel film si scopre che ci sono tante nazioni di troll, ognuna per un genere musicale diverso: ci sono i troll del pop, del rock, dell’EDM, della musica classica, del country… Ecco, io ho SEMPRE voluto essere un troll del funk (anche della musica classica, ma principalmente del funk). Hanno delle vibes semplicemente pazzesche. Tutto questo per dire che mi sorbisco volentieri qualsiasi esempio di musica che si ascolterebbe un troll del funk. Anche solo per le vibes.
Molto intenso, sincero, viscerale. Bello.
A giudicare dalla copertina mi aspettavo un album hip hop/urban/rap, e invece… E invece si è rivelato un album folk/rock/indie/americana/singer-songwriter. Ok, accetto e porto a casa. In alcuni punti mi ha ricordato tanti artisti contemporanei dello stesso genere, come i The Decemberists e Iron & Wine, quindi non escludo che abbia avuto una certa influenza in questo filone. Molto carino, dai. Forse sono di parte perché alla fine dei conti mi faccio piacere quasi tutto ciò che rientra in questo genere, ops.
Bello, dai.
Fighissimo
Bellissimo, sembra quasi di vivere una notte nell’Upper East Side: il rumore della grande metropoli è un sottofondo che non si spegne mai, ma attraverso la finestra puoi intravedere qualche stella e sognare.
Classico album degli anni ‘60 un po’ sulla scia dei Beatles. Diciamo che fa il suo lavoro.
Quando ho letto che l’album era una commistione di hip-hop, jazz e funk mi ero fatta tante aspettative, che purtroppo non sono state davvero attese. Il jazz si trova solo in un paio di punti in tutto l’album (forse). Sicuramente mi è piaciuto più di altri album hip-hop che abbiamo ascoltato, ma non abbastanza da farmi dare 4/5.
Conoscevo già un paio di canzoni di Nick Drake, ma non ero comunque preparata alla bellezza di questo album. È semplice, poetico, un po’ misterioso, malinconico. Poi va be’, ammetto che bastano una chitarra, una bella voce, un bel testo e delle vibe indie-folk per conquistarmi. Però, che meraviglia.
YEEEEEEHHHAAAAAAW 🤠 (Però no, non è sufficiente a farmi desiderare di essere un Troll del country)
Ma che carino
Vedi recensioni di Davide ed Erika :) (anche se mi sa che io darò 3/5)
Che bomba ad orologeria. Skin ti prego stirami la vita.
È stato un ascolto sicuramente divertente, ci vogliono album più leggeri ogni tanto (in più, sono piuttosto anglofila a livello musicale, quindi apprezzo sempre qualche tocco British). Mi è piaciuto abbastanza da dare più di 4/5? Non lo so, devo dire che a metà album hanno iniziato un po’ a perdermi. Per ora, cari amici Blur, vi dò un onesto 3/5.
Meh. Considerando che questo è il secondo album di Elvis Costello che mi capita, il mio meh diventa un grande meh. Dò 3/5 perché oggi sono molto buona.
La voce e il sound sono davvero pazzeschi, ma purtroppo sento di non essere entrata in connessione con la musica. E mi dispiace, perché so che Amy Winehouse è un’artista incredibile. Sarebbe un 3.5/5.
Fin dai primi minuti ho sentito qualcosa “cliccare” in me. Nonostante in precedenza io mi sia imbattuta negli Smashing Pumpkins solo in rare occasioni, ascoltando questo album ho percepito una certa familiarità, come se mi trovassi nel posto giusto. Il modo migliore per descriverlo a cui riesco a pensare è: un continuo susseguirsi di schiaffi e carezze (ma nel miglior modo possibile). Ho adorato sia i brani più “heavy” e grunge che quelli più delicati, passando dagli aspetti più genuini a quei dettagli deliziosamente pretenziosi disseminati qua e là (dato il mio trascorso adolescenziale da “I’m not like other girls” girl, non posso che apprezzare). In più, vogliamo parlare della bellezza della copertina? Però. Però. Ragazzi, le due ore di ascolto si fanno sentire. È vero che da un lato questa lunghezza notevole è il riflesso di una creatività travolgente, ma dall’altro rende il primo impatto con l’album sicuramente più faticoso. Confido nel fatto che ascolti successivi rendano il tutto più digeribile (Taylor, I see you). Detto questo, mettendo su una bilancia sia gli aspetti che ho apprezzato (che sono tanti) e quelli che hanno reso l’ascolto un po’ più difficoltoso, direi che la mia valutazione può assestarsi su un 4/5. Sono sicura che se fossi stata un’adolescente degli anni ‘90 avrei fatto di questo album un vessillo.
Beh raga è David Bowie
Comunque Chicago di Sufjan Stevens è il progenitore di End of Beginning di Djo: qualcuno ha detto malinconia per la città di Chicago? A parte questo, ragazzi, ma di che stiamo parlando? Delicato, profondo, sperimentale al punto giusto. Bello bello. 5/5 così, bam.
Rieccoli i nostri amici insospettabilmente australiani. Che dire? Highway to Hell (la canzone) è iconica; il resto dell’album è carino. Mi piace molto il rock, ma credo che questo tipo di rock non sia il mio tipo di rock. Nel senso che lo ascolto volentieri, ma non mi ci strapperei i capelli, ecco. Però probabilmente ho preferito questo album a Back in Black, e di questo bisogna dare atto.
Mi dispiace ragazzi, ma credo proprio di aver sviluppato un’insofferenza per l’hip-hop old school. Dopo un po’ le canzoni sembrano assomigliarsi tutte e gli album sembrano non finire mai. Sono sicura che questo tipo di musica abbia i suoi meriti, ma il fatto che il sito proponga costantemente album di questo genere ha irrimediabilmente inficiato la mia esperienza di ascolto (e alla fine la valutazione di un album, essendo soggettiva, non può che basarsi su questo).
Che nostalgia, ragazzi. Ho un ricordo vivido di io che torno a casa dal liceo ascoltando Clocks sull’autobus, e un altro in cui provo a suonare alla chitarra The Scientist. In generale i primi album dei Coldplay sono davvero belli. Nonostante questo, però, dando un’occhiata agli album a cui ho dato 5/5 finora, non so se A Rush Of Blood To The Head regga il confronto. Per quanto mi sia piaciuto, darò 4/5.
Scusate, ma l’ho trovato piuttosto noioso. Non vedevo l’ora finisse. Peccato, perché le aspettative c’erano.
Che figata. Un album rock, guitar-driven, con i controfiocchi (soprattutto considerando che si tratta di un debutto!). Sultans Of Swing è un po’ come quel video in cui Gandalf annuisce e sorride per 10 ore: potrebbe andare avanti all’infinito senza stancarmi.
Bah. Come direbbe una qualsiasi professoressa delle medie a dei ragazzini che parlano troppo, “le chiacchiere potete farvele al bar” (non nel bel mezzo della canzone).
Ritorno inatteso solo per fare ciò che è più giusto.
Incantevole. Björk è una ninfa che vive in un bosco innevato, non me lo spiego altrimenti.
Che noiaaaaaaa
Massì.
Lei cutie, ma non penso che questo album sia uno di quello che riascolterei volontariamente.
Mi fido della valutazione che diede la me del passato qualche mese fa, quindi 3/5 sia.
La vibe da fake-Beatles è forte in molto punti, ma non è malissimo.
Molto figo.
Ci sta. Secondo me l’album è un filo troppo lungo (ammetto di essermi persa dopo un po’), ma i Gorillaz mi stanno simpatici, quindi mi sbilancio su un 4/5.
Un po’ insipido.
Onesto, i Led Zeppelin che fanno i Led Zeppelin.
Per me è sì.
Bello!
Ho l’impressione che dopo un po’ le canzoni si assomiglino.
Meglio di altri album hip hop capitati, ma trooooppo lungoooo
Cavolo, se mi è piaciuto questo album. Ammetto che in alcuni punti mi è sembrato un pelo melodrammatico, però in generale wow.
Non la mia tazza di tè, diciamo. Sarò io, ma trovo un certo tipo di metal piuttosto noioso. Nel caso di questo album, ho percepito una didascalità che mi ha fatto un po’ storcere il naso. Nel senso, se vuoi parlare del fatto che il mondo per te è un luogo che arreca sofferenza (cosa assolutamente legittima), mi aspetto che tu esprima questa cosa in una maniera più sfumata e interessante rispetto a “il mondo fa schifo”, “i leader ci reprimono” e “la mia mente è piena di ombre” (non sono citazioni testuali, ma racchiudono un po’ il contenuto di diverse canzoni dell’album). Capisco che la musica non debba per forza essere emotivamente profonda, però dopo un po’ che due scatole, non mi stai dicendo nulla di interessante o stimolante. Diciamo che anche a livello strumentale non mi ha fatto impazzire: a parte qualche apertura un po’ più melodica e qualche assolo qua e là, mi sembra tutto abbastanza piatto (ma ammetto che questo potrebbe essere dovuto a mie lacune in questo genere specifico). Dò 2/5 perché qualcosa di salvabile c’è, dai.
Ok, io amo questo album, ciao. Ero indecisa tra un 4/5 e un 5/5, ma la vita è troppo breve per essere tirchi!
Wow. Mi sento colta alla sprovvista. È tutto molto… cool. È un album diretto, crudo, piacevolmente dissonante. PJ, scusa se fino a questo momento non ti conoscevo, hai il mio interesse.
Mi dispiace, su questo album pochi commenti critici o unpopular opinion, solo banali ovvietà. Amo l’oscillazione costante tra ironia dissacrante e disperazione profondissima. Parliamo di crateri di disperazione. Con Frankly, Mr Shankly e Cemetry Gates (che tra l’altro penso sia una delle mie preferite, nonostante la brevità) ridi tantissimo, mentre brani come I Know It’s Over (un altro dei miei preferiti) prendono il tuo cuore, lo tritano con un mortaio e poi lo buttano nell’inceneritore. Nel senso: “It’s so easy to laugh, it’s so easy to hate, it takes strength to be gentle and kind, over, over, over, over […] Love is natural and real, but not for you, my love, not tonight, my love […] Oh, mother, I can feel the soil falling over my head.” È vero che forse a volte gli Smiths sfiorano l’autocommiserazione (secondo me, per esempio, in Never Had No One Ever un po’ succede), ma glielo abboniamo, dai. E niente. Tra tutti gli album che ho ascoltato degli Smiths, per ora questo rimane il mio preferito. È privo di difetti? Sicuramente no. Ma ormai abbiamo capito che al 5/5 non si comanda.
Un guy molto chill e raffinato, devo dire (sarebbe un 3.5/5, ma metterò tre stelline 😭)
Un piacevolissimo ascolto.
Good old brit rock/pop.